Gli ex bocciano la politica «Crisi assurda»

A Fassa e Gibilisco, già primi cittadini di Varese, abbiamo chiesto un’analisi del rimpasto di giunta. Ed entrambi concordano su un punto: «È stato un danno per i cittadini, è per loro che si deve lavorare»

Il rimpasto di giunta di Varese è sintomo «della politica che non funziona più». Soprattutto di quel modo di gestire la cosa pubblica «che non mette in primo piano le priorità per i cittadini, ma gli interessi particolari che avranno un unico risultato: l’impoverimento del nostro territorio».
Da due punti di vista diversi, che pure per molti versi combaciano, due ex sindaci di Varese analizzano la crisi della maggioranza a Palazzo Estense. E tutto quello che ne consegue, come il rallentamento dell’attività amministrativa e soprattutto lo spostamento dell’attenzione dai veri problemi della gente.

ha amministrato Varese tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta, per la Dc. è stato il primo sindaco della Seconda Repubblica, eletto a fine 1992 per la Lega Nord, anche se poi ha amministrato con una giunta allargata, che venne definita quella degli “uomini di buona volontà”. E il loro giudizio su quello che sta accadendo è negativo. «Siamo di fronte alla schizofrenia politica – dice Gibilisco – Se da un lato infatti i partiti dicono di voler rafforzare la posizione dal basso, ovvero portare il livello decisionale più vicino al territorio, dall’altro fanno l’opposto. La “cacciata” di Ncd nasce da una mozione su Mare Nostrum. Cosa c’entra con l’amministrazione di Varese e con i problemi dei varesini?».