Grazia rimane a casa sua «È come se fosse Natale»

Comune e Aler hanno scongiurato lo sfratto esecutivo da oggi. La donna e il figlio restano a San Fermo. Gran catena di solidarietà

Prima vittoria per : grazie al lavoro svolto dai Servizi Sociali di Palazzo Estense è da Aler, lo sfratto che sarebbe diventato esecutivo nella giornata di oggi è stato scongiurato. «Oggi per me è come se fosse Natale», commenta piangendo dalla felicità la signora Grazia.
Lei, suo figlio
e i due animaletti pelosi, per un po’, non avranno di cui preoccuparsi: potranno continuare a rimanere nell’appartamento Aler di San Fermo. «Non mi sembra vero che finalmente ci sia una buona notizia – continua la signora Grazia – Sono perseguitata dalla sfortuna: sin da piccola non ho avuto tregua».

La signora Grazia, infatti, è stata abbandonata alla nascita dalla madre. A prendersi cura di lei i nonni materni. All’età di sette anni, la madre decise di ritornare sui propri passi costringendola, però, a frequentare un collegio sino all’età di 15 anni.
A nove anni, alla piccola Grazia fu diagnosticato un tumore al polmone che la costrinse a un’intervento chirurgico importante. Una volta diventata adulta, la donna conobbe il papà di suo figlio: grazie all’aiuto

dei nonni, riuscirono a comprarsi una casetta a Biumo. Poi, la nascita del piccolo Stefano al quale venne diagnosticata una patologia neuropsichiatrica. Intanto, il marito cadde nel tunnel dell’alcolismo e del gioco d’azzardo patologico.
«Purtroppo – continua la donna – circa due anni e mezzo fa, a causa dei suoi vizi, perdemmo tutto e io lo lasciai: era di ventato anche violento. I miei genitori morirono. Da quel momento, le cose sono andate sempre peggio: io e Stefano ci siamo trasferiti nell’appartamento Aler a San Fermo. Due anni fa, mi vergogno a dirlo ma non sapevo come far mangiar mio figlio, ho anche rubato della carne in un supermercato».

Questa mattina un ufficiale giudiziario farà comunque visita alla signora: intanto, sia i servizi sociali che Aler si stanno già attivando per rivedere la posizione della donna e inserirla all’interno della lista di persone che hanno diritto a rientrare nella fascia protetta per, così, poterle garantire un abbattimento del canone d’affitto che oggi ammonta a 260 euro mensili. Una cifra troppo alta per una madre sola, alle prese con le numerose spese legate ai farmaci necessari per la cura del figlio e con un impegno lavorativo di sole quattro mattine a settimana per un totale di 480 euro al mese di stipendio.
Sono stati molti i cittadini toccati al cuore dalla storia della signora Grazia: alcuni, tra cui , stanno cercando di aiutarla a saldare una parte del debito accumulato con Aler che ammonta a 8500 euro. , titolare di alcuni negozi di abbigliamento giovane in centro, ieri le ha regalato una tuta per permettere a Stefano di giocare a calcio anche nei mesi invernali.
Ma se la donna non troverà un lavoro integrativo alle ore di pulizia in case private che già svolge, tra qualche mese si troverà di nuovo alle prese con debiti e ufficiali giudiziari che le bussano alla porta. «Per evitare di ritrovarmi nella stessa situazione, se mai riuscirò a rimettermi in pari con Aler, ho bisogno di lavorare: sono disposta anche a fare turni di notte».