«Ho visto morire nella sofferenza Da allora la mia vita è per i malati»

«Sensibilizzare, far conoscere la malattia, cercare di scoprire le cause e trovare una cura: ecco la mia missione».

è il presidente della sezione Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) di Varese e la sua battaglia contro questo male tremendo va avanti ormai da qualche anno. «Tutto è iniziato per caso – racconta – Nel 2007, grazie a un mio amico, ho conosciuto un ragazzo affetto da Sla e da quel momento la mia vita è cambiata».

L’approccio è stato graduale ma intenso: «Ho iniziato a sentire il desiderio di aiutare e di fare la mia parte per scoprire quali siano le cause di questa terribile malattia. Quando il ragazzo è venuto a mancare, piegato dalla sofferenza, ho deciso di mettere in campo tutto me stesso».

È così che Colombo viene a conoscenza della sezione varesina dell’Aisla, che ha sede a Somma Lombardo.

Assistenza psicologica

«L’associazione di Somma nasce nel 2007 e quando l’ho scoperta era agli inizi». Maurizio è titolare di un’azienda di produzione orafa e , dal 2001, ricopre posizioni direttive all’interno di Confapi: è quindi un gioco da ragazzi stilare un progetto economico per dotare l’associazione un’assistenza psicologica ai malati. Da allora il suo coinvolgimento è diventato totale, fino a portarlo nel direttivo nazionale in cui ricopre la carica di consigliere nazionale e coordinatore delle sezioni di Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

«L’Ice Bucket Challenge? È emozionante vedere quanto i telegiornali stiano parlando di questa lodevole iniziativa, che in poche settimane ha raccolto circa 40 milioni di dollari».

Per Colombo, tutto ciò che aiuta la ricerca è assolutamente ammirevole, perché «la Sla – dice – è una delle pochissime malattie sulla quale non esiste una letteratura specifica: non si sa nulla sulle cause, sugli sviluppi che può avere sui malati e, ad oggi, non esiste una cura». L’invito a partecipare alla sfida, ma soprattutto a donare un contributo alle associazioni come quella di Maurizio, è quindi esteso a tutti.

Melazzini lo farà

«Ho letto che anche (assessore lombardo alle Attività produttive, presidente di AriSla, medico e malato di Sla, ndr) ha accettato la sfida. Mi ha fatto molto piacere, anche perché lui è la persona che più di altri ha aiutato la nostra associazione attraverso l’agenzia di ricerca che presiede». Agenzia che conta tra i sostenitori fondazioni importanti come la Fondazione Vialli-Mauro, Telethon, Fondazione Cariplo e appunto Aisla.

Aisla conta 60 sezioni locali in tutta Italia e quella di Somma Lombardo è attiva in un’area che va da Saronno alle valli del Luinese. L’associazione si appoggia al Centro Sla dell’ospedale di Gallarate, in cui un’équipe, composta da neurologi, nutrizionisti e psicologi, aiuta i 20 volontari a prendersi cura dei 60 malati che l’associazione assiste a domicilio.

«Li aiutiamo con la burocrazia, forniamo le informazioni necessarie, ma soprattutto prestiamo attenzione all’aspetto umano: assistenza psicologica e coinvolgimento non devono mai mancare» conclude Colombo.

Dalle sue parole traspare la forza di volontà di una persona che con decisione è determinata a trovare una cura e a conoscere le causa di questa terribile malattia. Noi possiamo e dobbiamo aiutarlo. Come? Iniziando con del ghiaccio in freezer.

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