I cavalli Pupè e Rossignol curano gli alberi del parco

È iniziato un intervento di esbosco, con l’utilizzo di due cavalli da tiro (Pupè e Rossignol), e di piantumazione sulla vetta del Campo dei Fiori. I lavori sono commissionati dall’Ente  Parco Campo dei Fiori, grazie alla vittoria di un bando di gara di circa due milioni di euro fatto da Villa Recalcati nel 2012 per le compensazioni relative ai disboscamenti messi in campo per la realizzazione della Pedemontana. L’intervento è poi stato affidato all’Associazione di Impresa Temporanea Ossola-Ul Sasson-Ortobiobroggini.

L’obiettivo è il miglioramento forestale: sostanzialmente si tratta di sostituire gli abeti rossi morti perchè aggrediti dal Bostrico, coleottero scolpitide che ha iniziato a fare una “strage” di queste piante, con un bosco di latifoglie.

«Gli abeti rossi sono stati impiantati nel nostro territorio a cavallo tra gli anni Venti e Trenta – spiega , forestale del Parco Campo dei Fiori e responsabile della direzione dei lavori – L’abete rosso ha un optimum ecologico a 1400 metri di altitudine, la vetta in questione è leggermente più bassa». Così, durante l’estate calda e siccitosa del 2003 queste piante hanno iniziato a soffrire. «Essendo meno resistenti, il bostrico è riuscito a intaccare molti di questi abeti rossi coetanei e, scavando gallerie all’interno del tronco, ha causato una consistente moria di piante. Questo problema, in realtà, è esteso a tutto l’arco alpino».

Il Parco ha iniziato a fare degli studi e delle indagini in merito a questo insetto e tra il 2008 e il 2009 ha acquistato circa 80 ettari di bosco in vetta. Nel 2010 ha preso il via il primo intervento di piantumazione. «Sono state costruite delle chiudende, ovvero delle aree chiuse per evitare che cinghiali e caprioli le distruggessero, dove sono stati piantumate diverse tipi di piante autoctone (circa 2500): per lo più faggi, ma anche frassini, cerri, sorbi, aceri e abeti bianchi più resistenti dell’abete rosso. Lo studio delle conifere è stato portato avanti dall’università dell’Insubria».

Ora, ha preso il via la seconda tranche del lavoro iniziato nel 2010 durante la quale verranno ripiantiate circa 3500 piante di due o tre anni di vita.

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