I dipendenti dell’Oca tremano «Ridateci i tavolini e il lavoro»

«Chiediamo a chi di competenza di riprendere in mano la situazione legata all’Oca Ubriaca per provare a rivedere la decisione presa di vietare l’occupazione del suolo pubblico».

L’appello arriva dai dipendenti del locale di piazza Carducci che ora iniziano a essere preoccupati per le sorti del bar e, di conseguenza, per il proprio posto di lavoro.

Già nelle scorse settimane, il titolare dell’Oca, , aveva annunciato che, da quando la sentenza del Tar gli ha imposto la rimozione dei tavolini esterni, il calo di fatturato registrato settimanalmente, rispetto allo stesso periodo del 2012 e del 2013, è stato di circa 3.500 euro.

Centorrino, inoltre, aveva annunciato che, a causa della riduzione del lavoro, si era trovato costretto a ridurre il numero di dipendenti presenti sia nelle ore diurne di apertura del locale, che in quelle serali. “Profezia” che si è poi concretizzata.

Così, ora sono i dipendenti a chiedere ragionevolezza nell’applicazione dell’articolo 14 di Polizia Urbana che regolamenta l’occupazione del suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi alla quale la sentenza del Tar fa riferimento.

«Due persone, due ragazzi giovani, sono già stati lasciati a casa – spiega Maria, una delle dipendenti – Si tratta di una ragazza assunta solo per il periodo estivo, che avrebbe dovuto rimanere fino a fine settembre e che invece é stata licenziata due settimane fa, e di un ragazzo che vive da solo e che, con il lavoro del locale, si pagava gli studi. Per lui è stata davvero una mazzata».

Così, ora a coprire i turni sono rimasti in sette per la fascia serale e in tre per quella diurna.

«Anche per chi di noi é ancora qui operativo, la situazione si é fatta difficile – spiegano – Prima si lavorava almeno tre giorni alla settimana, ora c’è chi fa solo un giorno e mezzo. Si tratta di quasi metà dello stipendio che percepivamo prima». Inoltre, il lavoro é calato drasticamente.

«Di giorno é una tragedia e alla sera non ne parliamo: in alcuni momenti potremmo prendere in mano il cruciverba».

Oltre ai momenti di vuoto, la riduzione del lavoro si misura anche dagli avanzi del buffet nell’orario dell’happy hour.

«A fine serata ci ritroviamo a buttare la maggior parte delle cose preparate. Inoltre, per preparare l’aperitivo ora impieghiamo la metà del tempo rispetto a un mese fa. Ci troviamo qui a sperare che nei fine settimana piova per poter lavorare un po’ di più».

Il messaggio che i dipendenti dell’Oca vorrebbero che passasse è che in gioco ci sono anche dei posti di lavoro e delle entrate su cui alcuni giovani (con un’età compresa tra i 19 e i 30 anni) fanno affidamento.

«Ci mettiamo passione in ciò che facciamo e questo viene riconosciuto dai nostri fedeli clienti , che continuano a venire da noi nonostante non ci siano più i tavolini esterni. Se la situazione non cambia, però, rischio c’è il futuro di questo locale e dei nostri posti di lavoro».

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