I nomadi non saldano le bollette A pagare (in perdita) è il Comune

Campo sinti di via Lazzaretto, ci sono 25mila euro di bollette arretrate da pagare. Il comune va verso il pignoramento, ma una causa impedirebbe il rinnovo del contratto di affitto, scaduto a fine 2013. Rischia di avvitarsi nei cavilli legali il destino delle 70 persone, delle quali 37 minorenni, che vivono nelle roulotte posizionate a Cedrate, nei prati che costeggiano l’autostrada dei Laghi. Qui nel settembre del 2007 è stata trasferita la comunità che da decenni risiedeva in via De Magri, giusto di fronte al Maga.

Una decisione che all’epoca causò la rottura della maggioranza di centrodestra, con la Lega Nord che passò all’opposizione. Trascorsi due anni, il comune intentò una causa per sfrattare le roulotte, che venne vinta dopo le elezioni del 2011. E la nuova giunta di centrosinistra decise di non dar corso alla sentenza.

Il problema è che in tutti questi anni le famiglie di nomadi gallaratesi hanno accumulato 25mila euro di debiti nei confronti del comune. Una cifra enorme, che si riferisce in massima parte a bollette dell’acqua. Beninteso: è il comune ad anticipare i soldi ad Amsc, in attesa che le singole famiglie saldino il dovuto.Cosa che però non è avvenuta in maniera regolare, al punto da generare un debito così alto. «Esiste un contatore centralizzato, quindi ripartiamo i consumi», spiega l’assessore ai Servizi sociali , «il problema è che i singoli nuclei si accusano l’un l’altro di sprecare l’acqua e per questo non sono propensi a pagare».

Per questo Palazzo Borghi, dopo diversi tentativi di conciliazione, nell’ottobre del 2013 ha emesso un’ingiunzione di pagamento. Anche in questo caso, senza successo. «Ora abbiamo delegato alla riscossione alla società incaricata del recupero crediti».Dovesse fallire anche questo tentativo, non resterebbe che andare di fronte a un giudice per pignorare beni e conti correnti dei debitori. Ma a questo punto subentrerebbe un secondo problema. «Stiamo ridefinendo il contratto d’affitto, ma la posizione debitoria di queste famiglie rende difficile concretizzarlo».

Per legge, chi è coinvolto in un contenzioso con un ente pubblico non può vedersi assegnare un bene di proprietà dello stesso ente. «Non mi pare che ci siano azioni legali in corso», precisa l’esponente dell’esecutivo. Ma se anche l’agenzia di recupero crediti dovesse fallire, a quel punto non resterebbe che il pignoramento. E un procedimento di questo tipo renderebbe impossibile rinnovare il contratto di affitto. A quel punto si porrebbe il problema di capire che fare con i sinti: se per legge non potranno più stare in via Lazzaretto, dovranno trovare un’altra sistemazione. Il comune, però, non potrebbe aiutarli e quindi dovrebbero essere direttamente loro a trovare una soluzione.

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