I profughi sono già nella palestra Ma ne dovremmo accogliere 1.600

Ieri l’arrivo all’1.30 alla don Milani di Venegono Inferiore: resteranno fino al 20 agosto. Preoccupato il vicepresidente della Provincia Ginelli: «L’emergenza continuerà, i Comuni ci aiutino»

Sono arrivati ieri, all’una e mezza, 48 dei 61 profughi destinati a Varese per questa tornata. Si tratta di uomini, perlopiù giovani, che non versano in condizione di sofferenza fisica, deperimento e disperazione.
Sono stati alloggiati nella palestra della scuola Don Milani di Venegono Inferiore – edificio di proprietà del Comune dato in comodato d’uso alla Provincia – dove potranno trattenersi non oltre il 20 agosto, data in cui la scuola riaprirà per consentire agli studenti «sospesi»

di recuperare le materie insufficienti.
Arrivati a Venegono, i profughi sono stati rifocillati in un tendone allestito all’aperto. Poi hanno fatto la doccia e si sono messi a riposare sulle brande. Non c’è ancora certezza sulla loro provenienza, ma l’aver mangiato porta a pensare che non si tratti di musulmani che in queste settimane rispettano il digiuno del Ramadan.
Potrebbero dunque essere cristiani. Tutti, inoltre, parrebbero avere lo status di rifugiato politico, cosa che consente loro di andare in giro come liberi cittadini.
Nonostante ciò, sono monitorati con un appello e un contro-appello quotidiano, uno per mangiare e l’altro per gli approfondimenti sanitari.
A prendersi cura di loro è la Croce Rossa che, sulla base di quanto visto a Settimo Milanese, stima che la prima settimana sia la più critica per l’adattamento.