I vigili fanno causa al Palazzo Che deve pagare 150mila euro

In cinque erano stati assunti dal Comune di Varese per i Mondiali ma non stabilizzati. «La legge lo impediva» spiegava Baroni. Ma il tribunale gli dà torto

– Erano stati assunti come “rinforzi” alla Polizia Locale durante i mondiali di ciclismo di sei anni fa. Ma, dal momento che il loro contratto era a tempo determinato, era stati poi lasciati a casa.
Questo il destino di dieci vigili in forza al comando della Polizia Locale di Varese. Ma cinque di loro non hanno accettato la situazione e hanno fatto ricorso. Ottenendo la condanna del Comune a risarcirli, per un costo previsto di circa 150mila euro.
Il Tribunale ha dato ragione agli agenti dal momento che il loro contratto aveva superato i 36 mesi consecutivi.

E quindi l’ente pubblico si trova a dover sostenere nuove spese. Questa la nota polemica del capogruppo del Pd , che insieme ad di Movimento Libero e di Sel, a dicembre del 2013, aveva presentato un’interrogazione all’amministrazione, chiedendo conto del perché gli agenti assunti a tempo determinato non fossero stati stabilizzati, dal momento «che da sempre si parla di carenza di organico nella Polizia Locale».
La risposta all’interrogazione era arrivata all’inizio di quest’anno

ed era stata firmata dall’ex vicesindaco . Il quale spiegava infatti che «la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato è esplicitamente vietata dalla vigente normativa in materia, anche in caso di violazione di norme che disciplinano il lavoro a tempo determinato».
E quindi l’amministrazione aveva sottolineato che la legge impediva di assumere in via definitiva gli agenti lasciati a casa.
Sulla scarsità del numero di agenti, contestata dall’opposizione, la giunta rispondeva: «Nel 2010 è stato fatto un apposito concorso per l’assunzione di agenti a tempo indeterminato. Tale graduatoria è tutt’ora vigente e gli idonei classificati hanno di fatto maggiori legittime aspettative di assunzioni rispetto a soggetti che non hanno partecipato a tale procedura».

«Tuttavia le attuali normative impongono comunque anche un limite alle assunzioni a tempo indeterminato (nell’ammontare massimo del 40% delle cessazioni dell’anno precedente e previa verifica di molteplici parametri di spesa), per cui le possibilità assunzionali a tempo indeterminato sono estremamente ridotte, dovendo contemperare le esigenze anche di altri settori (quali ad esempio nel 2013 i servizi sociali)».
In sostanza, il Comune non avrebbe avuto la possibilità legale di assumerli, nonostante avendo superato, alcuni di loro, il limite di 36 mesi, avevano diritto all’assunzione.
Una situazione kafkiana, che si sta risolvendo a scapito dell’ente pubblico, dal momento che il Tribunale ha dato ragione ai cinque ricorrenti. I quali dovranno essere indennizzati. In compenso, non si risolvono i problemi di organico.