Il caffè di Palazzo lo serve un down

Aperto il bando per l’affidamento dello storico bar. E sarà riservato a coop che occupano disabili. L’assessore Angelini: «Vogliamo dare un’opportunità concreta». Pronte anche due borse lavoro

Un’opportunità per i disabili a Palazzo Estense. Con l’anno nuovo riaprirà il bar del comune di Varese e a servire caffè e cappuccini saranno i ragazzi down impiegati dalla cooperativa che si aggiudicherà il bando di gestione del locale. La giunta Fontana ha deliberato ieri mattina il via libera al bando di gara per la gestione del bar comunale. La partecipazione però è riservata soltanto alle cooperative sociali di tipo B, quelle cioè che impiegano persone svantaggiate e disabili.

«Vogliamo dare un’opportunità concreta a questi ragazzi – spiega l’assessore alla Famiglia e Persona,– È facile discutere sempre di inclusione sociale e di pari opportunità, noi abbiamo voluto dare un segnale concreto e dentro il cuore della vita civile della città». Proprio a Palazzo Estense saranno i disabili a gestire il bar che è chiuso già da qualche anno. Verranno impiegati a rotazione due ragazzi speciali e un normodotato che li coordinerà, «in più il Nil, il nucleo di inserimento lavorativo, metterà a disposizione due borse lavoro per quei ragazzi che, terminato il tirocinio, non avrebbero altra occasione per essere assunti». Il bando sarà pubblicato entro fine anno. «L’obiettivo – sottolinea l’assessore Angelini – è di far partire la gestione a inizio 2016, sulla falsariga di quanto avviene nell’esperienza milanese del bar all’interno del parco Sempione».

Il servizio sarà rivolto a dipendenti e utenti degli uffici comunali di Palazzo Estense. Nel bando saranno indicate tutte le modalità organizzative e di gestione. «L’iniziativa – precisa l’assessore – è nata dal dialogo con alcune famiglie in cui sono presenti ragazzi down con difficoltà di inserimento lavorativo e occupazione». In particolare, erano stati alcuni genitori con figli diplomati alla scuola alberghiera che per primi avevano chiesto al Comune una location per realizzare il progetto di “Caffè

21”, dal nome tecnico della sindrome di down che è trisomia 21. L’esigenza nasce proprio dalle difficoltà che i ragazzi trovano ad inserirsi nel mondo del lavoro, una volta terminato il percorso di studio e il tirocinio retribuito di sei mesi. Da qui l’idea di mettersi in proprio per costruirsi un futuro il più possibile autonomo. Proprio come è stato fatto a Milano, dove da un paio d’anni, nel cuore del parco Sempione, un gruppo di disabili gestisce la “Locanda alla mano”, un punto di ristoro, concesso dal Comune e progettato appositamente da un architetto. La declinazione varesina sarebbe meno ambiziosa. Ai ragazzi basterebbe un piccolo locale per lavorare e dimostrare che, al di là dei pregiudizi, possono svolgere senza problemi compiti semplici ma utili; e stare a contatto continuo con la gente, fondamentale per la loro crescita e affermazione personale.

Il bar di Palazzo Estense sarebbe la location ideale e adesso, quello che per alcuni genitori era una speranza e per i loro figli un sogno, può diventare realtà. Il locale sarà affidato gratuitamente e con i ricavi della gestione la cooperativa non solo pagherà gli stipendi dei ragazzi impiegati, ma si impegnerà anche ad apportare alcune migliorie al bar.