«Il cantiere fantasma affonda la valle»

A Induno Olona il sit in di protesta al grido di “adesso basta” per i ritardi dell’Arcisate-Stabio. Il sindaco Cavallin: «Questo immobilismo crea disagi alla gente e danneggia la nostra economia»

Domenica di protesta davanti ai cantieri indunesi dell’Arcisate-Stabio. Al sit-in organizzato da , sindaco di Induno Olona, hanno partecipato circa 200 cittadini e le amministrazioni della valle.
Nei giorni scorsi il primo cittadino aveva scritto anche a affinché il governo intervenga direttamente nella situazione ancora in stallo della ferrovia. Presenza importante anche quella del neo presidente della Provincia, , che ha parlato alla folla. «La situazione è inaccettabile –ha detto Vincenzi sottolineando il suo ruolo di sindaco dei sindaci vicino a tutte le comunità locali- Questa protesta non riguarda la politica, è il territorio che vuole risposte; di questa volontà mi farò portavoce fino in Regione e davanti al governo centrale».

Dal palchetto, Marco Cavallin, ha ripercorso le ultime tappe dell’Arcisate-Stabio e le mancate riunioni del Cipe, l’organo governativo che deve decidere sullo stoccaggio delle terre all’arsenico, parere decisivo per la ripresa degli scavi. Scavi che a oggi si sono nuovamente arenati. «Sono anni che attendiamo e che partecipiamo a tavoli tecnici, adesso basta! Il Cipe è stato rinviato per due volte senza che io potessi sapere l’eventuale data futura, esigiamo certezza e concretezza – afferma il sindaco- Sono contento che l’intera

valle si qui e voglio essere la voce di tutti i cittadini che vengono in Comune a protestare. Questo cantiere immobile è visto in maniera drammatica anche dagli imprenditori». Il sindaco ha descritto il colloquio con uno di questi che, tra le lacrime, gli ha confessato di aver subito perdite del 40% con il successivo licenziamento di alcuni dipendenti e, ancora, le testimonianze di coloro che vivono in case attanagliate dalle reti o soffocate dal fango nelle giornate di pioggia e, infine, l’esasperazione di chi è investito dal rumore dei macchinari anche in piena notte.

«Il nostro è un venticello che se necessario dovrà diventare più forte portando la nostra protesta nelle sedi governative e regionali -prosegue Cavallin- Ai cittadini non voglio mentire, esigo avere il cronoprogramma preciso e la data del termine dei lavori; attenderemo due settimane per vedere se il Cipe si riunirà, in caso contrario, tutta la valle è pronta a nuove proteste». Rivolgendosi poi alla delegazione forzista, vistosamente presente, il primo cittadino ha detto: «Vi chiedo di abbassare quelle bandiere, questa vuole essere la protesta di tutti al di là dell’appartenenza politica». L’invito ha sollevato reazioni da parte degli appartenenti ai circoli berlusconiani che, a margine del sit-in, hanno distribuito un volantino.

«È veramente solo il Cipe il responsabile di questo scempio? –riporta- questa manifestazione se non sarà seguita da fatti concreti del Comune, che sino a oggi sono mancati, non servirà a nulla!». Presenti a Induno anche l’assessore varesino e il consigliere che ha dichiarato: «Adesso che Matteo Renzi è stato chiamato in causa sull’Arcisate-Stabio si metta coraggiosamente e velocemente all’opera stanziando risorse decisive».