Il centrosinistra vuole Varese. Marantelli candidato sindaco?

Si fanno sempre più insistenti le voci della discesa in campo del deputato del Pd. Il segretario Astuti: «A Daniele la scelta. Maroni dice no? La Lega ha paura...»

– E se fosse proprio l’uomo giusto per mettere in scacco la Lega nella sua Varese? Il tamtam sulla candidatura a sindaco del deputato del Pd è sempre più incessante.
Intanto il segretario provinciale sfida Maroni, che aveva consigliato a Marantelli di lasciar perdere: «Varese è contendibile, la Lega ha paura. E il governatore si disimpegna dalla campagna elettorale».
Le parole del governatore – amico di lunghissima data di Daniele Marantelli, con cui ha condiviso i primi anni in consiglio comunale a Palazzo Estense – sono apparsi quasi come lo svelamento, se non un “assist”, di una candidatura che da tempo fa parte dei rumors sulle elezioni 2016.

Sarebbe lui – con quella sua figura sempre saldamente ancorata in un percorso politico di centrosinistra (dal Pci al Pds al Pd) ma così concreta da essere apprezzata in modo trasversale, con quell’identità indiscutibile di uomo di sinistra ma sempre capace di cogliere le tendenze e i cambiamenti (dalla sua passione per il federalismo quando a parlarne era praticamente solofino alla sua conversione “renziana”) – l’uomo ideale per dare l’assalto a Palazzo Estense.
Varese è

la città che ama, ma il salto è tutt’altro che comodo. Perché oggi Marantelli non è un nome di secondo piano nella gerarchia del Pd a Roma. Coordinatore alla Camera dei “Giovani Turchi” di “Rifare l’Italia”, la corrente del ministro della giustizia e del presidente del partito . Da poco nominato tesoriere del gruppo di Montecitorio: è lui a tenere in mano la “cassa” del gruppo, ruolo che, dopo le epoche degli scandali, è quanto mai delicato.
Non a caso il premier-segretario lo ha citato come simbolo del “Pd del nord” nell’ultima riunione del consiglio nazionale dedicata ai temi del Sud.
Ma la strada per Marantelli a Varese sembra spianata, anche perché le primarie per ora vedono due candidati, e , che secondo i vertici del partito non sembrano avere la stoffa giusta per conquistare la “culla” della Lega.
«Spetta a Daniele e solo a Daniele la decisione di candidarsi, ma è una candidatura autorevole che fa paura alla Lega Nord» commenta il segretario provinciale del Pd Samuele Astuti, all’indomani dell’intervista in cui il governatore Roberto Maroni sconsigliava a Marantelli di candidarsi perché «perderebbe».
Astuti continua: «Noi di certo abbiamo l’intenzione di giocare fino in fondo la partita delle amministrative, perché Varese è assolutamente contendibile: non tanto per la Lega, ma per la mancata capacità di avere un’idea di città, in quanto un progetto organico che sappia tenere insieme i due pilastri del lavoro e del sociale in questi anni non si è visto». Il segretario provinciale del Pd, nelle parole di Maroni, ha letto anche «un disimpegno del governatore, che non è un fatto positivo. Perché Varese ha perso terreno sotto molti profili, e in questa fase servirebbe l’impegno di tutti».
Questo nonostante un attivismo di Maroni sul fronte delle iniziative finanziate e sostenute da Regione Lombardia, rispetto al quale Astuti commenta: «I cittadini di Varese sono persone intelligenti. Sanno capire quando si governa e quando si fa campagna elettorale».

Ma la «remissività» paventata dal governatore Maroni, rappresenta per il Pd l’occasione per prospettare «più ambizione» per la città, «per tornare a dare a Varese il ruolo che si merita nello scenario generale», sottolinea Samuele Astuti.
Ecco che la proposta che «il Pd, con il centrosinistra e le forze civiche, farà nelle prossime settimane sarà di grande intensità per costruire una coalizione che permetta di presentare un progetto credibile e una squadra credibile», partendo dalla necessità di «lavorare sia con il mondo del terzo settore che con quello del lavoro e dell’impresa, per dare a Varese un’identità forte».