Il Consiglio di Stato: «Chiudere la Piramide»

Chiusura della Piramide, il Consiglio di Stato ha dato ragione al comune di Gallarate. E ora il locale, oltre a chiudere i battenti, dovrà anche versare 12mila euro di spese legali a Palazzo Borghi.

– La questione riguarda il club che si trova sul tetto di Cinelandia, il multisala di viale Lombardia. E ha avuto inizio nel novembre del 2013, quando un controllo da parte della Polizia locale ha portato ad un’ordinanza di chiusura emessa dal sindaco .
Documento impugnato con successo di fronte al Tar e al Tribunale del Riesame di Varese, mentre il CdS ha ribaltato la sentenza. Il punto è che a gestire il locale c’era

un’associazione di promozione sociale. Realtà che, secondo il comune, rappresentava un escamotage per avere una tassazione agevolata per quello che, a tutti gli effetti, appariva come un pubblico esercizio.
Se in primo grado i giudici avevano accolto le ragioni della Piramide, l’appello al Consiglio di Stato ha ribaltato la situazione. Torna quindi valida l’ordinanza di chiusura del locale, che dovrà anche corrispondere 19mila euro di spese legali, 12mila al Comune il resto al ministero del Lavoro.
Per la Piramide, però, i “guai” potrebbero essere solo all’inizio: proprio il ministero contestava la presenza di lavoratori in nero all’interno del locale che ospitava serate di musica latino americana che coinvolgevano fino a tremila persone.
Riconosciuta la tesi del comune di Gallarate, per cui quello di viale Lombardia era un locale a tutti gli effetti un pubblico esercizio, a questo punto i gestori del club potrebbero venire chiamati a rispondere anche di questo.