«Il falò è bruciato subito: buon segno»

Giuseppe Redaelli, presidente dei Monelli, festeggia la grande riuscita della sagra di sabato sera: «Tantissima gente e finalmente niente pioggia. Volontari splendidi, siamo ormai una grande famiglia»

– Il segreto del falò? Sono i volontari. Si deve a loro, oltre che all’apporto del Comune, se la festa più antica della nostra città può continuare ad esserci. Dai Monelli della Motta ai parrocchiani di san Vittore che, ognuno col proprio compito, regalano il proprio tempo e la propria fatica per tenere aperta la chiesa, costruire la pira, distribuire le candele, portare in corteo la statua e tanto altro assicurando il successo dell’iniziativa. E finalmente dopo 4 anni anche il meteo è stato favorevole.

«Le premesse per un successo di partecipazione – spiega facendo un bilancio del falò 2016 , presidente dei Monelli – ci sono state, fin dal mattino di sabato, con tanta gente per le strade e parecchie persone in chiesa. Ieri c’è stato ancora un movimento intenso, durante tutta la giornata, tra le bancarelle e la visita al santo».
Il falò è stato «molto più bello degli anni passati. Dopo qualche anno di pioggia ce l’eravamo

un po’ dimenticato. S’è acceso in maniera davvero rapida. Dicono che porti bene, speriamo sia così. È stato uno spettacolo scenicamente suggestivo durato più di un’ora e mezza, grazie ai vigili del fuoco che hanno governato e ben guidato le fiamme».
Una settantina le torce per accendere la pira, portare da autorità, Monelli ed educatori degli oratori della città, ospiti questi ultimi come furono nel 2015 i rappresentanti delle associazioni di volontariato sociale. Un incontro che aveva fatto da volano a Varesesolidale, una rete che sostiene l’avvio di progetti volti a rispondere ai bisogni sociali, culminata nell’evento di settembre che ha visto sedersi alla medesima tavola 650 varesini.

Ieri, domenica, la giornata serena «ha facilitato un’affluenza degli animali per la benedizione superiore alle precedenti» e anche la coincidenza della festa col fine settimana «ha favorito la presenza di chi normalmente non partecipa. Sono stati un po’ meno i bambini che solitamente vengono con le loro scuole». Sono stati comunque più di mille i palloncini che hanno preso il volo dalla Motta verso il sud della provincia: «Lo scorso uno è arrivato persino in Germania» ha ricordato , il decano dei Monelli della Motta.
Insomma festa riuscita anche quest’anno e il grazie oltre ai varesini, va ai fautori dell’instancabile macchina organizzativa: «La famiglia dei Monelli continua a crescere con molto entusiasmo ed armonia. Sempre disciplinati e organizzati che si tratti dei preparativi, di mettere le assi sulla catasta o di servire al gettonatissimo banco gastronomico. Il tutto fatto con doppia gioia quella di divertirsi e di essere utili al prossimo».