Il grande sogno di Adriano «Guarire con le staminali»

«Non sappiamo quanto Adriano sarebbe potuto migliorare spontaneamente e quanto invece i miglioramenti siano dovuti al trattamento con le cellule staminali. Non sappiamo perché, in questi ultimi dodici mesi, ci sia stato un miglioramento così rapido, possiamo solo constatarlo. Per noi non è la storia di una speranza, ma di una possibilità: la speranza è quella che i vari trials attivi nel mondo, per questa ed altre patologie, possano portare risultati positivi e siano di stimolo per altre sperimentazioni in Europa e in Italia».

Adriano oggi ha 4 anni. Vive a Gallarate con i genitori e , e il fratellino maggiore. Adriano è stato colpito da paralisi cerebrale infantile (Pci). Oggi raccontiamo la sua storia perché domani si celebra la giornata mondiale della Pci.

Lui, con un’altra bimba di 8 anni, è stato inserito nel trial clinico coordinato dalla dottoressa all’ospedale universitario di Monterrey, in Messico. Per loro nuove speranze arrivano dalle cellule staminali: i due bambini stanno rispondendo bene alle cure. «La nostra esperienza inizia tre anni fa, con la nascita del nostro secondo figlio: Adriano – spiega Franco Miglierina – Dopo un cesareo d’urgenza il bambino viene portato in terapia intensiva e successivamente viene effettuata la diagnosi di paralisi cerebrale infantile causata da infezione da cito-megalovirus,

probabilmente contratto nelle ultime settimane di gravidanza». Adriano rimane in terapia intensiva per 51 giorni (cinque giorni dopo la nascita era stato operato per emorragia cerebrale). Iniziano gli esami, le valutazioni. «Inizia un percorso simile a quello di tante altre famiglie», spiega Franco. La terapia incomincia subito con il percorso classico: fisioterapia, idrochinesiterapia e psicomotricità. I genitori non riescono ad accettare un ruolo passivo nella vicenda. A gennaio 2012 chiedono dunque se il sangue cordonale del fratello di Adriano, che i genitori aveva fatto conservare alla Swiss Stem Cell Bank (Sscb), banca svizzera per la conservazione delle cellule staminali con sede a Lugano, potesse essere utile. Da quel momento è la dottoressa , direttore scientifico di Sscb a seguire passo dopo passo la coppia.

I genitori di Adriano non si arrendono: «Capiamo che le cellule staminali aprono altre strade e possibilità, ci rendiamo conto che il sistema sanitario nazionale non approva nessuno di questi trattamenti tanto meno li può rimborsare», racconta Franco. Le migliori strutture sono in Usa e Messico. Ed è ancora Albertini a trovare il contattato con l’ospedale universitario di Monterey. I genitori di Adriano affrontano parecchie difficoltà: volare per 15 ore con il loro bimbo, trovare alloggio e affidarsi a un’equipe medica sconosciuta. Ci riescono. E arrivano i risultati: «Dalla nascita Adriano presenta paralisi della parte destra, mentre oggi l’arto destro viene usato. L’ipertono ai quattro arti è diminuito – dice il padre – Il cono visivo nell’occhio destro è praticamente scomparso, ora Adriano gira la testa a destra. Tra il sesto e il settimo mese erano comparse contrazioni mio cloniche : oggi sono completamente sparite ed abbiamo notato che sono cessate circa un mese dopo il primo trattamento con cellule staminali. Adriano non doveva camminare, oggi lo fa con il deambulatore e ci sono molte possibilità che ci riesca autonomamente»

Questa è scienza. E Adriano dimostra come la ricerca con staminali possa cambiare lo stato delle cose.

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