Il meteo fa lo scherzo al Carnevale e Busto si lamenta

Dopo la festa rovinata dal maltempo il sindaco lancia una consultazione popolare: «Troviamo un nome per la figlia del Tarlisu e della Bumbasina». C’è già un’idea...

– Non sono mancate le proteste per la mancata sfilata del Carnevale Bustese. Diversi i cittadini, soprattutto genitori di bambini “scalpitanti” per la festa per le strade, ma anche volontari che hanno trascorso settimane al lavoro la sera per mettere a punto i carri allegorici, che hanno chiesto a gran voce una data di “riserva”. Accusando anche l’amministrazione di non aver previsto un “piano B” in caso di maltempo, peraltro ampiamente preventivato dai meteorologi. «In altri paesi vicini hanno ottenuto la deroga dal parroco, perché a Busto no?». Infatti ieri al Carnevale di Cassano c’erano tanti bustocchi in corteo in “trasferta”. Anche perché la bella giornata di sole di ieri ha avuto il sapore della beffa per gli appassionati della festa dopo il maltempo e e il gelo di sabato.

Intanto il sindaco lancia una nuova sfida: «Troviamo il nome per la figlia del Tarlisu e della Bumbasina». In pole position “Fudreta”, un’idea del cantastorie sinaghino . Ma decideranno i cittadini con una consultazione popolare. Fuori dalla “fiction” delle maschere cittadine, è una studentessa del Liceo classico Crespi di Busto Arsizio, che a dicembre compirà diciotto anni. È lei che si cela dietro alla sorridente “figlia” del Tarlisu e della Bumbasina, che da diversi anni accompagna stabilmente le maschere ufficiali della città

nel corso della sfilata di Carnevale. Unico problema, non ha ancora un nome.
Così il sindaco Gigi Farioli, dopo la cerimonia di consegna delle chiavi della città al Tarlisu, che ha rimediato in parte alla mancata sfilata per le vie della città, ha tirato fuori l’idea di lanciare un “contest” per dare il nome alla “Bumbasina junior” in vista del prossimo Carnevale. Anche perché, nell’anno del 150esimo di elevazione di Busto Arsizio a città, sarebbe un segnale di continuità importante per la tradizione carnevalesca. Al Tarlisu è stato affidato il compito di stilare una serie di opzioni e ipotesi, che saranno poi sottoposte ad una sorta di “consultazione popolare” per arrivare nel corso dell’anno al “battesimo” ufficiale del nome della “maschera figlia”. Ad oggi l’unica proposta pervenuta era quella di Ginetto Grilli, “Fudreta”, dalla fodera dei cuscini, visto che il Tarlisu è il tessuto per i materassi e la Bumbasina quello per le lenzuola.

E lei, la “Bumbasina jr.”, cosa ne pensa? «Non ho ancora una proposta – ammette Monica Colombo – il dialetto? Io non lo parlo, ma lo capisco perché lo sento dai nonni». Il suo compito non è semplice, anche perché, ammette Monica, «tra i miei coetanei le maschere non sono molto conosciute e sono percepite come “vecchie”, così come il Carnevale è soprattutto una festa da bambini». Rinnovare la tradizione passa proprio dai diciottenni. Ma com’è nata la figlia del Tarlisu e della Bumbasina? «È stato un autentico colpo di fulmine – racconta la “Bumbasina” in persona, al secolo Genny Castiglioni – Monica era presente in occasione del “matrimonio” tra il Tarlisu e la Bumbasina, celebrato una dozzina d’anni fa, e da allora non ci ha mai abbandonato con il suo entusiasmo. Si è creata una simpatia reciproca». Così Monica Colombo, che a quel tempo aveva quattro o cinque anni, oggi è alle soglie della maggiore età, ma “recita” sempre nella parte della figlia delle due maschere cittadine. Il suo costume è lo stesso della Bumbasina, tranne che per il mantello, perché il tessuto originario che si era procurato ai tempi Giovanni Sacconago ora non si trova più sul mercato. «L’abito gliel’ha fatto la sua nonna, con le stoffe originali» rivela la mamma, quella vera, di Monica, orgogliosissima.