«Il mio 2016 nel cuore dell’Africa»

Dino Azzalin, poeta, scrittore e dentista, rinderà con il figlio Riccardo a Tosomaganga (Tanzania). «Sarà il San Silvestro più bello della nostra vita. Il nuovo anno? Porterà Galimberti a Palazzo...»

VARESE – «La libertà, la bellezza e l’amore»., poeta, scrittore ma anche noto dentista varesino, ha scelto queste parole impegnative per accompagnare la sua vita: «La libertà – ammette – è una sposa molto più esigente della donna che hai portato all’altare ma sai che bel matrimonio viene fuori con lei? La bellezza è tutto ciò che lascia senza parole, anche i poeti. L’amore è tutto ciò che respira nel creato».
Nei giorni in cui ognuno si affanna nel trovare la soluzione più mondana (e chiassosa) per salutare il nuovo anno, Azzalin risponde al telefono con un timido «Hallo».

Lo scrittore è in Tanzania e, per spiegarci che cosa ci faccia nel cuore dell’Africa alla vigilia di Capodanno, ci passa subito una persona.
È un prete che si chiama , direttore del Cuamm di Padova – «dove adesso gioca il grande ex biancorosso» osserva Azzalin – pronto a presentarsi: «L’acronimo della nostra associazione sta per “Collegio universitario aspiranti medici missionari” e noi abbiamo semplificato aggiungendo a Cuamm la dizione “Medici con l’Africa”.
Vi chiederete perché

diciamo “con l’Africa” e non “per l’Africa”. La risposta è semplice: noi vogliamo costruire qualcosa con le persone che troviamo in questo continente, che è il più povero al mondo. Puntiamo alla loro formazione, quella vera, che nasce dal confronto. La cultura del lavoro s’impara insieme».
Don Carraro spiega: «Lavoriamo nell’ultimo miglio, quello rosso, delle strade rosse africane, che porta dentro al sistema sanitario. È inaccettabile che, dopo il parto, muoiano tante mamme e anche tanti bambini non sopravvivano al primo mese di vita. Adesso ci troviamo nell’ospedale di Tosomaganga che ha 240 posti letto e una scuola per infermiere in cui trasferiamo le nostre conoscenze per far imparare agli aspiranti operatori sanitari a muoversi con le proprie gambe».

Con Azzalin e con don Carraro c’è , diciannovenne rampollo della Varese bene che è proprio il figlio dello scrittore: «Questo – dice Dino Azzalin – sarà il Capodanno più bello della nostra vita, da quando è nato Riccardo. L’ho portato con me per fargli capire com’è fatta davvero l’Africa nera. Quella che ha studiato a scuola, o visto nei documentari e letto sui libri non è nulla in confronto a questa che sta toccando con mano».
«Noi siamo nati a Varese e ci dimentichiamo che in altre parti del mondo ci sono persone che ogni giorno vivono una battaglia per la sopravvivenza. Riccardo capirà una volta di più quanto è importante la condivisione e l’accoglienza». Azzalin spiega i nomi che ha scelto per suo figlio: «Si chiama Riccardo Ariele Antonio in omaggio ad alcuni tra i più famosi personaggi shakespeariani: Riccardo III, Ariel, protagonista della Tempesta e Antonio, triumviro romano legato a Cleopatra».

Il fuso orario della Tanzania è di due ore più avanti rispetto a quello italiano ma, allo scoccare della mezzanotte, Azzalin non si dimenticherà Varese.
«Il 2016 porterà una dose di novità e gioia. E se non si producessero più armi? Questo è un sogno impossibile mentre quello che si realizzerà porterà a Palazzo Estense : sarà lui a togliere alla Lega la poltrona del sindaco, dopo 23 anni. Neppure il fascismo era durato così tanto».
Sì ma bisogna essere realisti: la Lega non c’entra nulla con il fascismo. Azzalin sorride e lancia uno slogan che gli era caro quando, all’inizio degli anni Novanta, era consigliere comunale dei Verdi: «Meno condomini più giardini».

E subito dopo aggiunge: «Più bellezza e amore per tutti. Dobbiamo uscire definitivamente dalla crisi capendo che bisogna aprirsi agli altri, invece che stare chiusi dentro noi stessi, pensando solo all’aspetto speculativo».
Un auspicio personale però Azzalin ce l’ha: «Con Galimberti nulla è impossibile. E se diventassi finalmente assessore alla Cultura? Me lo meriterei e poi nel 2016 esce il mio nuovo libro che sarà pubblicato dalla prestigiosa casa editrice “Se”. S’intitola “Storie di amore e buio” ed è una raccolta di racconti più o meno erotici. Uno in particolare, quello della “sovietica” Ludmilla è imperdibile».