Un ragazzo di 20 anni muore. Era un writer, dipengeva muri e carrozze dei treni. Sì, stava forse facendo un sopralluogo per un graffito e questo non si fa, almeno così dicono i ben pensanti. Ma la sostanza cambia di poco. Un ragazzo di quasi 20 anni muore investito da un treno e c’è chi gioisce? Ora i social saranno anche una grande opportunità , ma spesso sanno tirare fuori il peggio di noi.
Gioire per la morte di un ragazzo di 20 anni? E a farlo, tra l’altro, sono giovani come lui. Un ragazzo di quasi 20 anni è morto e qualcuno gioisce perché, accidenti, le carrozze dei treni d’ora in avanti saranno più pulite?
Ma a che punto siamo arrivati? Non ci siamo, davvero. È tutto un fioccare di “certo doveva aspettarselo”, “vedi a non rispettare le regole?”. Pazzesco. Da quando Facebook trasforma i suoi utenti fino a credersi Dio? Un giudizio universale. C’è un ragazzo morto di quasi 20 anni e tutti a dire la loro? Tacete tutti. Perché ciascuno di noi almeno una volta bevuto troppo e ha guidato un’auto. E non si fa. Si mette a rischio oltre alla propria la vita degli altri.
Ma accidenti, le carrozze del treno. Nessuno in realtà fa caso se siano coperte di graffiti o meno. Basta che il treno arrivi in orario. Ma oggi un ragazzo è morto. E ci sono persone sul web che gioiscono. Pur di essere protagonisti, al centro del dibattito, gioiscono della morte di un ragazzo con una vita e dei sogni davanti. Siamo davvero, ma davvero sicuri che i cattivi siano i writer? Loro magari sono anche fuori legge ma non ballano sul cadavere di nessuno.