Il vento soffia sulle Cappelle Gli alberi diventano un incubo

Dopo la prima caduta, dovuta alla neve, aumentano le preoccupazioni

– Soffia il vento al Sacro Monte e gli alberi pericolanti cadono. Il timore è che si spezzino altri tronchi e che vadano a colpire le Cappelle, danneggiandole.

Oggi verrà rimosso il frassino sdraiato sul tetto della nona Cappella, ma non si è ancora giunti a una soluzione per risolvere il problema degli alberi marci, a rischio caduta. Chi deve sollecitare i privati a tagliarli?
«Si tratta di alberi che hanno una bella età e su cui negli anni è stata fatta scarsa o nulla manutenzione. Tutto questo succede perché dei boschi non si ricorda mai nessuno. Una volta tagliare il bosco era redditizio, mentre adesso fare manutenzione è oneroso e sono mancati i presupposti della messa a reddito» spiega , presidente dell’ente Campo dei Fiori.

A complicare la questione c’è il frazionamento dei boschi che presi a uno a uno non danno alcun vantaggio economico.
Sulle proprietà private – come al Sacro Monte – il Comune non può fare manutenzione «coatta», può solo obbligare il privato ad intervenire per cause di sicurezza, quindi su specifiche piante a rischio caduta. Neppure il Parco Campo dei Fiori – ente incaricato a consentire o meno gli abbattimenti – ha titolo per intervenire: persino sul sentiero che porta al Forte di Orino diversi lotti sono stati lasciati a se stessi perché

di privati, che non hanno nessuna intenzione a fare manutenzione.
Come uscire da questo impasse? «Bisognerebbe avere una gestione consorziata – propone Barra – Il privato mantiene la proprietà del bosco, ma si istituisce una sorta di “Consorzio per usi civici” come Brinzio e Orino. Questo darebbe al Parco la possibilità di intervenire con manutenzioni programmate e in una logica di prevenzione. Il sistema sarebbe applicabile non solo al Sacro Monte, ma su tutti i boschi».

Ovviamente servirebbe un riscontro di carattere economico. Per esempio: la legna derivante dal taglio potrebbe essere redistribuita tra pubblico e privato. «Tale sistema porterebbe vantaggio a tutti – dice Barra – Invece scontiamo la logica di continuare a rincorrere i privati».
Senza Consorzio, dovrà essere la Chiesa a sollecitare i privati alla manutenzione dei propri terreni che si affacciano sul Sacro Monte (che è dell’amministrazione del Santuario).
Eventuali danni causati da alberi di privati su proprietà privata esulano dalle possibilità di intervento del Comune, fatto salvo che vi siano problemi di incolumità delle persone.