Immobiliare fallita: “Il Fare” è in vendita

L’Immobiliare Nuova Venegoni è fallita. Lo ha deciso il Tribunale di Busto Arsizio. Ora il curatore fallimentare deve vendere il centro commerciale “Il Fare” per pagare i creditori. Tra i quali c’è anche il comune di Gallarate.

Tramonta così definitivamente il sole sulla galleria commerciale nata per raccogliere l’eredità della storica azienda tessile Borgomaneri. Aperto nel 2007, il centro dotato di un supermercato, ristoranti e piccoli negozi non è mai realmente decollato. Ed ha chiuso i battenti due anni più tardi.

Da allora la proprietà ha parlato di trattative per la cessione dell’immobile, che però non sono mai andate in porto. Il risultato è che quando nel febbraio dello scorso anno la società ha presentato una domanda di concordato preventivo, procedura alternativa al fallimento, evidenziava un deficit pari a 42 milioni e 700mila euro.

Un debito che per oltre 31 milioni di euro riguarda un mutuo ipotecario da 30 milioni acceso nel 2003 agli sportelli dell’allora Banca Popolare di Novara, oggi confluita nel gruppo Banco Popolare. Ed è stato proprio il parere dell’istituto di credito, che si è sempre opposto al concordato preventivo, a risultare determinante nel convincere la giudice a dichiarare, lo scorso 1 luglio, il fallimento dell’Immobiliare Nuova Venegoni.

Ora i creditori hanno tempo fino al 27 ottobre per comunicare al tribunale l’importo dei soldi che INV deve loro, in vista di un’udienza fissata per il 25 novembre. In quella sede, la giustizia civile dirà una volta per tutte a quanto ammonta il debito della società.

Il punto è capire come farà a pagarlo. «Speriamo di riuscire a vendere l’immobile e, con gli introiti, di saldare i creditori», fa sapere il ragionier , curatore fallimentare dell’Immobiliare Nuova Venegoni.

Il fatto è che la messa in vendita della galleria commerciale non sarà così immediata. «L’immobile deve essere periziato». Occorre, in altre parole, che venga definito il costo dell’edificio. Così che possa essere messo all’incanto, piuttosto che ceduto attraverso una trattativa privata. Ma quale potrà essere il valore dell’edificio? «Al momento non ne abbiamo nessuna idea», spiega Basilico. Bisognerà cioè attendere l’esito della perizia, che dovrebbe essere pronta «senz’altro entro i primi mesi del prossimo anno».

Tempi biblici per l’occhio comune, ma in realtà celeri quando si parla di fallimenti. Il fatto è che si vuole vendere in fretta. «L’immobile è fermo da parecchio tempo, uno stato di abbandono che lo deteriora», facendo così scendere ulteriormente il valore.

È insomma interesse di tutti, creditori in testa, che la cessione avvenga il più presto possibile.

Il punto è che, anche ammesso e non concesso che si trovi un acquirente in questo periodo di crisi economica, difficilmente si raggiungerà una somma necessaria a far fonte a tutti i debiti che hanno portato alla dichiarazione di fallimento.

In questo caso, il Tribunale comincerà a soddisfare i creditori cosiddetti privilegiati, tra i quali c’è anche l’istituto di credito che undici anni fa ha erogato il mutuo.

Rischiano insomma di rimanere con il cerino in mano i chirografari, quelli per cui non è prevista alcune tutela. E tra questi figura il comune di Gallarate.

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