In centro la paura vince sullo struscio «Niente pistole, ma giusto difendersi»

Il porto d’armi per tutti proposto dalla Lega spaventa, ma anche l’attuale situazione. Un coro unanime: «Basta tagli alle forze dell’ordine. E le pene siano certe per tutti»

Tutti armati in città? Rispondono i varesini: «No, anche se la tentazione è grande». Corso Matteotti, 15 di ieri pomeriggio. Gente a spasso, come quella che passeggiava in via Morosini giovedì scorso e si è trovata tre balordi che gli puntavano un machete addosso. Dopo il fatto la proposta provocazione della Lega Nord: porto d’armi libero per tutti.

«Armare tutti i cittadini sarebbe un errore – dice – Ma la paura c’è eccome. Una paura che ti toglie anche il piacere di andare a fare quattro passi in centro. Come giovedì notte: tu esci e vai a cena o al cinema e ti aggrediscono così. Lo Stato non c’è più, ma armare chi non saprebbe usare un’arma è uno sbaglio. Piuttosto potenziamo le dotazioni alle forze dell’ordine. Perché dire no alle armi per tutti non significa dire che non abbiamo un problema».

è il titolare del celebre negozio di fiori che si affaccia sul corso. «I commercianti – spiega – sono una tra le categorie maggiormente esposte al rischio di furti o rapine. Personalmente non impugnerei un arma contro un aggressore ma soltanto perché non saprei utilizzarla. Meglio fornire mezzi e uomini alle forze dell’ordine». Poi aggiunge: «E inasprire le pene. Per tutti – dice – Perché polizia e carabinieri li arrestano spesso, questi personaggi. Ma se poi dopo 24 ore sono liberi come l’aria è il sistema che non funziona. Hai commesso un reato? Sconti una pena severa sino in fondo. Essere immigrato non è un’attenuante».
Diversa posizione sull’immigrazione arriva dalla titolare della tabaccheria Cavour, dell’omonima via. Sul fronte sicurezza, però, non ha dubbi: «Questa è una zona sorvegliatissima – spiega – Noi abbiamo un ottimo rapporto con i poliziotti e i carabinieri di quartiere. Ecco, a un arma sul comodino preferirei mille agenti che passano in continuazione davanti al negozio». «E magari – conclude – dotare questi agenti, che rischiano la vita per 1300 euro al mese, di più mezzi e più risorse. Invece di continuare a tagliare».

L’ultima parola, però, è per le normative. E il pensiero corre al benzinaio di Vicenza che ha ucciso un rapinatore. «Perché se io ferisco o uccido qualcuno che è nella mia proprietà per farmi del male devo subire un processo? – dice Vuomo – Francamente lo trovo ingiusto. Con i tempi che corrono chi difende se stesso e la sua proprietà dovrebbe essere libero di farlo. Non è Far West. È giustizia».