«Io, senatrice e mamma di un disabile combatterò per una scuola che li aiuti»

«Caro Renzi, te lo dico da mamma. Oltre alle belle parole sulla scuola, dai attenzione agli alunni disabili».

L’appello è della senatrice di Busto Arsizio , eletta nel Movimento Cinque Stelle poi espulsa e, dopo che le sue dimissioni dalla carica sono state respinte in aula, accasatasi nel “Movimento X” che raggruppa alcuni dissidenti ex grillini.

Nel giorno in cui il premier relazionava in aula, Bignami tweettava: «Mio figlio disabile non ha ancora il sostegno. Ogni anno come il precedente».

Il figlio tredicenne della senatrice frequenta la terza media, e in attesa che venga affidato ad un insegnante di sostegno, la cui nomina non è ancora arrivata, viene assistito dagli educatori di una cooperativa.

«Perché siamo a Busto Arsizio, in una realtà che può permettersi di dare un’alternativa agli alunni senza sostegno – spiega la senatrice – ma nei paesini dove i Comuni non possono affidare il servizio alle cooperative, i genitori sono abbandonati a se stessi. È un problema che non va sottovalutato, perché posso capire che un margine di errore ci può sempre essere, ma sui casi noti non è accettabile. Non si scopre a settembre che un ragazzo di terza media ha bisogno di un insegnante di sostegno».

Il problema è più serio del previsto («immagino la preoccupazione dei genitori i cui ragazzi sono privi di sostegno in questi primi giorni di scuola» ammette la senatrice bustocca, riferendosi anche ai problemi di bullismo di cui potrebbero finire vittime) e investe direttamente il presidente del Consiglio, perché in questi giorni la scuola è stata messa al centro della narrazione politica dei “mille giorni”, a partire dallo scenografico primo giorno di scuola con i ministri in giro per l’Italia.

«Non accetti lezioni da nessuno? Concedile a tutti i ragazzi disabili che aspettano sostegno» il secondo tweet di Laura Bignami a Renzi nel gran giorno in Senato.

Sì perché i genitori degli alunni affetti da disabilità non possono “stare sereni”: «Il sostegno purtroppo nella scuola di oggi non è funzionale al miglioramento del ragazzo, ma solo a ridurre il disturbo che quest’ultimo può recare alla classe – sottolinea la senatrice – ci vorrebbero insegnanti competenti, perché i metodi didattici e pedagogici portano ad ottenere risultati fantastici, mentre ai ragazzi disabili di solito vengono propinati insegnanti che non hanno altra collocazione e che non sanno come trattare questi casi».

«Ma non si capisce perché ci siano diverse classi di insegnamento per le classi di normodotati ma non per le diverse patologie, quando il range di distanza tra le diverse forme di disabilità è superiore a quella tra la storia e la matematica».

Un fatto che potrebbe anche consentire risparmi, diversificando l’assistenza che viene garantita in base alle patologie. Insomma, urge una “svolta buona” anche per i disabili nelle scuole.

«E invece – prosegue Bignami – nella riforma annunciata da Renzi c’è una sola pagina sul sostegno, su circa 160. Segno di scarsa attenzione al problema. Del resto, una riforma della scuola che contiene degli errori ortografici nelle slide di presentazione si commenta da sé».

Eppure la senatrice-mamma non demorde, e porterà avanti la battaglia per tutti i genitori nelle sue condizioni: «Settimana prossima farò subito un’interrogazione al ministro per sapere almeno quanti alunni sono coperti e quanto scoperti».

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