Just In, a giudizio con Fede il presidente Arcigay Coppola

Caso Just In: il locale alla riscossa. Denunciati Marco Coppola, presidente provinciale dell’Arcigay di Verbania, e il giornalista Emilio Fede, all’epoca dei fatti ancora direttore del Tg4.

Coppola, dopo i fatti della notte del 18 marzo 2012, rilasciò un’intervista Tv nella quale dava la sua versione dell’accaduto. Disse di essere stato aggredito e picchiato dai butta fuori del locale mentre vi stava trascorrendo la serata con alcuni amici in quanto gay.

Omofobia, insomma. Diversa la versione del locale che parla invece di screzi tra alcuni clienti con il personale addetto alla sorveglianza che ha contenuto la lite senza torcere un capello a Coppola mentre accompagnava tutti fuori. Nessuna omofobia, quindi, come sottolineato in aula, durante il processo principale che vede tutti (Coppola, amici di Coppola e addetti alla sicurezza) accusati di rissa, tanto da aver ospitato proprio al Just In eventi in collaborazione con associazioni gay di Milano.

Ieri, davanti al gup , è giunto il secondo filone della vicenda: Coppola denunciato dal locale per diffamazione, in netta contrapposizione con la tesi dell’omofobia, e calunnia, Coppola infatti, secondo i gestori del locale, non fu affatto picchiato. Con lui querelato anche il giornalista, , appunto, che mandò in onda l’intervista.

Il locale, rappresentato dall’avvocato , si è mosso in questa direzione per tutelarsi sotto il profilo dell’immagine chiedendo di verificare a fondo la versione di Coppola, considerata dai gestori del Just In non veritiera, “ci sono dei filmati delle telecamere di videosorveglianza interne al locale che dimostrano come al ragazzo non sia stato torto un capello. E’ stato semplicemente accompagnato all’esterno del locale – ha detto Margarini – E non certo per ragioni dettate dall’omofobia”.

La vicenda aveva sollevato molto scalpore all’epoca dei fatti: il caso di omofobia sollevato da Coppola era arrivato anche in parlamento con diversi interventi a sostegno di una legge contro l’omofobia che punisse fatti di questo genere.

Il club si era sempre difeso sostenendo la totale estraneità ai fatti: alcuni body guard avevano anche denunciato i ragazzi protagonisti dei tafferugli per lesioni. Nella scorsa udienza del processo principale uno dei testimoni a favore del locale, ovvero l’addetto alle pubbliche relazioni del Just In, aveva dichiarato di aver sentito Coppola, la sera dei tafferugli, minacciare di «far scoppiare uno scandalo. Domani chiamo i giornali», avrebbe dichiarato il presidente provincia dell’Arcigay. Il gup si è riservato.

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