«La bici o ti ammazziamo»: ciclista rapinato sulla 394

La vittima, un 43enne svizzero, aggredita col coltello da due balordi. Mezzo supertecnologico e assai costoso: vale almeno 8mila franchi

– Bloccato sulla strada e rapinato della bicicletta: serata da incubo per un turista svizzero. Adesso è caccia all’uomo. La vittima ha denunciato l’accaduto intorno alle 19 dell’altra sera: i carabinieri della stazione di Maccagno e del nucleo operativo radiomobile di Luino hanno subito dato il via alle ricerche della coppia di balordi che, coltello alla mano, avrebbe aggredito lo svizzero di 43 anni.

Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio. Il turista, stando a quanto ha denunciato, stava percorrendo l’ex strada statale 394 quando ha avuto un problema tecnico: parrebbe un guasto al cambio della bici.
Inconveniente che l’ha costretto a fermarsi in un piccolo slargo a bordo strada per cercare di riparare il mezzo, prima di ripartire. E così l’hanno sorpreso i due rapinatori: stando al racconto del ciclista, sono piombati su di lui mentre era chino sulla bicicletta.

Una due ruote extralusso, da corsa, tutta in lega di carbonio, ultraleggera, del valore commerciale di 8mila franchi svizzeri.
E a far gola ai balordi sarebbe stata proprio quella bici capace di costare quasi quanto un’auto. Lo svizzero non ha saputo indicare da dove i due siano comparsi. Se li è trovati davanti, con il volto parzialmente coperto da sciarpe e cappellini, e uno dei due era armato di un coltello che, stando a quanto denunciato, è stato puntato addosso al malcapitato ciclista.
Il rapinatore armato, in particolare, si è rivelato particolarmente aggressivo: «La bici o ti ammazzo», con parole come queste avrebbe minacciato il turista, spintonandolo per essere più convincente, mentre il complice valutava il bottino. Messa all’angolo la vittima, i due rapinatori hanno caricato la preziosa bicicletta nel bagagliaio di una station wagon lasciata poco lontano. Non prima, però, di essersi fatti consegnare, sempre puntando il coltello addosso al turista, anche il casco da ciclista e l’orologio sportivo indossato dall’uomo.

Una volta arraffato il bottino i due sono spariti nel nulla. Lo svizzero è uscito illeso dall’aggressione, ma era molto agitato e impaurito. E probabilmente a causa della forte agitazione, mista alla paura di essere ferito, il ciclista rapinato non è riuscito a fornire una descrizione particolareggiata dell’auto. Era una station wagon, ma nulla di più. Niente numero di targa, colore o modello.
I carabinieri stanno adesso ricostruendo l’accaduto. Un colpo simile può essere su commissione (la bici è molto particolare per essere piazzata su un mercato generico) e certo i balordi sapevano che lo svizzero avrebbe percorso quella strada. Difficile infatti che i due stessero pattugliando da ore la 394 armati di coltello e bardati da rapinatori nella speranza di intercettare proprio un ciclista in sella a una bicicletta costosa.