La carica delle locuste In Valcuvia è un’invasione

Non è una piaga biblica ma, con un tocco di fantasia, si potrebbe trovare molto in comune a quello narrato nel Vecchio Testamento. Da settimane, infatti, il piccolo paese di Orino è stato preso d’assalto da sciami di cavallette.

I primi esemplari sono apparsi in valle all’inizio dell’estate e da allora ondate migratorie di questi ortotteri si sono abbattute con regolarità nella zona, colpendo dal lago di Varese fino alle pendici del Campo dei Fiori.

«Questa mattina sono tornato a casa da un paio di commissioni e mi sono trovato davanti centinaia d’insetti brulicanti» raccontava ieri , cittadino orinese nuovamente alle prese con il fenomeno cavallette. Apre una scatola e mostra un grosso esemplare: «Dopo qualche ora sono sparite, ma ne ho catturata qualcuna per mostrarla ai giornali». Continua, «È dall’inizio dell’estate che il paese è invaso da queste cavallette, ci sono già stai diversi interventi di disinfestazione ma esemplari così grandi non ne ho mai visti».

Mostra poi il balcone, sul quale sono visibili altre cavallette ma diverse e molto più piccole. «Già dal mese di luglio anche su in paese ci sono state moltissime altre abitazioni prese d’assalto». Se è vero che l’estate attuale è già stata caratterizzata da fenomeni simili, è vero anche che le protagoniste di questa svolazzante invasione sono sempre state cavallette comuni, chiamate scientificamente Miramella alpina, che da sempre abitano i nostri prati e boschi. Specie autoctona dal verde brillante e dalle ridotte dimensioni, 16-22 mm i maschi, 22-30 mm le femmine, già un anno fa si era presentata in foltissimi sciami che hanno invaso i paesini dell’alto Varesotto.

Le protagoniste dell’invasione delle ultime settimane sono invece locuste, probabilmente appartenenti alla famiglia della Locusta migratoria molto più grandi di una semplice cavalletta, 30-40 mm i maschi, 35-50 mm le femmine, quindi un fenomeno nuovo per certi versi. Gli interventi effettuati in passato nella zona dall’Asl di Cittiglio hanno interessato il verde e le aree di uso pubblico. Come già specificato dalle autorità competenti, nessun allarmismo può avere giustificazione non essendo stati registrati danni a piante, orti o vegetazione in generale. «La comparsa di questi insetti sul territorio avviene costantemente negli anni, probabilmente a causa dei loro cicli riproduttivi – commenta , presidente di Legambiente Valcuvia e Valli – Una loro massiccia presenza potrebbe portare qualche lieve danno, è vero, ma il fatto che ci siano potrebbe essere anche un buon segnale per l’ambiente». 

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