La gente guarda avanti: «Bruxelles è tranquilla. Quel luogo è lontano»

Chi vive nella capitale ha tanta voglia di normalità. Michel, giornalista: «La vita va avanti come prima». Lino, ristoratore: «Magari ho servito i terroristi»

Sono i giorni più difficili per Bruxelles, o almeno così ci vogliono raccontare. , che ha fallito nell’integrazione così come ha fallito tutta l’Europa. Probabilmente chi lo sostiene lo fa per autoconvincersi che non è questa la strada da percorrere, che l’integrazione non funziona e che serve cambiare strategia.

È un martedì freddo e piovoso, la gente che passeggia per il centro effettivamente non è nemmeno tanta. che conferma il fatto che Bruxelles si stia arrendendo alla paura, con i terroristi in casa. . E non lo diciamo noi, lo dicono loro. Ad esempio il giornalista locale , di , che incontriamo nella centralissima . È lì per un servizio, assieme ad un cameraman, e si ferma a parlare con noi per oltre un quarto d’ora.

, è stato a Sorrento ma ci rivela che «la piazza più bella del mondo è questa, la Grand Place», mastica un italiano più che comprensibile e di gran lunga migliore del nostro francese. Inizialmente si mostra nel rispondere alle nostre domande: «Ma veramente siete qui solo per i fatti di attualità? . Si è parlato fin troppo in questi giorni, si è scritto che Bruxelles attualmente non è una città sicura, che è in preda alla paura. In realtà non è così, la gente si sente al sicuro, anche perché eccezion fatta per l’attacco al Museo Ebraico del 24 maggio 2014, qui non è mai successo nulla. È vero però che i terroristi hanno qui una base, a Molenbeek». Quando però gli confidiamo che il motivo del viaggio è una semplice partita di pallacanestro, si scioglie: «Per fortuna, , semplicemente perché la vita della gente prosegue come prima». La conferma alla tesi di Michel ce la consegna . È di Taranto, gestisce il ristorante pizzeria Mirante, in , a pochi passi dalla Grand Place. Anche lui è quasi sorpreso nel constatare che Bruxelles viene considerata il centro del mondo in negativo in questi giorni.

«Qui la vita prosegue come prima, vi basti pensare che i belgi entrano al ristorante a prendermi in giro per la sconfitta dell’Italia in amichevole. La polizia è in città come sempre, ma non è che possa far molto. Serve solo a far sentire più tranquilla la gente. Penso addirittura che i terroristi possano anche essere venuti a pranzo nel mio ristorante in passato, ho visto tanta gente qua ed è impossibile riconoscerli. In realtà, anni addietro la situazione qui a Bruxelles era molto più tesa, c’erano continui scontri di quartiere con le forze dell’ordine. Sento spesso gli italiani lamentarsi di essere invasi di immigrati, li inviterei a fare un giro qui, ».


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