La leggenda dei ladri al Sacro Monte

Allarme per una porticina forzata al cimitero, ma i residenti sono sentinelle a cui non sfugge niente: «Episodi rari e remoti, al massimo una rapina alle poste». Il mistero dei lampioni del Grand Hotel

– Basta trovare forzata una porticina chiusa da tempo, e subito c’è chi alza il clamore su «presunti furti tentati al Sacro Monte di Varese». È successo in questi giorni, quando alcuni residenti in un nebbioso mattino hanno visto manomessa la serratura della porticina della camera mortuaria al cimiterino di Santa Maria. Un locale perfettamente vuoto, come si vede dai vetri graziosamente incorniciati da griglie in ferro battuto, dal quale nulla era possibile asportare.

In realtà, il piccolo borgo adagiato sulla montagna che sovrasta Varese è il luogo meno pericoloso che si possa pensare in tema di furti, e speriamo in futuro di non essere mai smentiti. Sarà perché la strada di accesso al borgo è una improbabile via di fuga, che in caso di allarme può essere preclusa a valle; sarà perché sfugge poco agli occhi dei residenti, soprattutto pensionati, il cui passatempo principale è il quotidiano rituale di ricognizione nel borgo;

sarà perché lassù si respira una solidarietà speciale, tipica dei piccoli paesi in cui tutti sanno tutto di tutti. Santa Maria è un borgo talmente tranquillo che risale ad oltre venti anni fa, ai tempi della giunta Fumagalli, l’idea di portarvi un sistema di telecamere di sorveglianza, in sostituzione della guardiania comunale che fino agli anni ’50 rappresentava un minimo presidio di sicurezza.
Qualche furtarello, per carità, era avvenuto in alcuni angoli del borgo: prelevate le monetine votive che i turisti usavano gettare nel lavatoio di via Fincarà (attenzione: con l’acqua recentemente ripristinata, sono ricomparsi i “ramini” sul fondo); asportate alcune figure del presepio natalizio dell’artista ; scomparsi gli spiccioli dalle cassettine per l’elemosina delle Cappelle; rubate alcune grondaie di rame.
Molti anni fa un paio di furti in abitazioni private del Sacro Monte avevano violato antichità tramandate di generazione in generazione: di certo si era trattato di azioni su commissione.
«Più che di furti si dovrebbe parlare dei vandalismi», brontolano i sacromontini meno suggestionabili e meno inclini agli allarmismi: «L’unico grosso evento criminale che si ricordi fu qualche anno fa la rapina alle Poste, quando rinchiusero in bagno l’impiegata. Dopodiché si decise di chiudere definitivamente l’ufficio».

Inoltre, avvolta in passato da un’aura di leggenda, ma anche dal riserbo tipicamente varesino nel parlare di cimeli religiosi, la strana scomparsa di una Madonnina di Lourdes dal santuario.
Realtà o leggenda, per i varesini che tanto amano i misteri, la paura fa novanta anche al Campo dei Fiori, dove si vocifera che nel corso di quest’estate, al Grand Hotel, siano stati prelevati «senza che nessuno se ne accorgesse» alcuni monumentali lampioni in ferro battuto da esterno. In attesa di confermare questa notizia, davvero scioccante se fosse vera, appassionati e semplici cittadini stanno già pensando a una mobilitazione per non abbassare la guardia sui luoghi del cuore dei varesini.
In questo senso , fondatore di Valganna.info ha promosso una campagna di sensibilizzazione anche su Facebook, perchè, dice, «saccheggi e vandalismi in un luogo storico si verificano più spesso quando cala il livello di attenzione e cura da parte dei cittadini».