La notizia di reato finisce in procura Un denuncia dopo gli insulti sul web

Insulti al giovane writer e gioia per la morte di Edoardo Baccin: la Digos ha depositato nei giorni scorsi la notizia di reato in procura

La denuncia a carico di un (ex) utente della pagina Facebook Varese sporcizia e degrado è stata formalizzata. Gli atti sono ora a disposizione del pubblico ministero , che dovrà procedere con l’assegnazione del fascicolo. Il fatto è noto. La notizia della morte del giovane writer di Somma Lombardo, che oggi avrebbe compiuto 20 anni, travolto da un treno all’alba di giovedì scorso ad Arona durante quello che si ipotizza essere stato un sopralluogo, aveva scatenato commenti devastanti in rete. C’è chi ha sottolineato che il giovane è morto a causa di un’imprudenza, non commettendo alcun reato, e chi è andato oltre. Insultando il ragazzo e lanciandosi in post di giubilo per il suo decesso.

La reazione del gruppo Facebook è stata immediata. Gli amministratori hanno istantaneamente rimosso il post, e i commenti ad esso relativi, spiegando il perché della decisione e, ovviamente, condannando il gesto dell’utente in questione divenuto ex utente dopo essere stato bannato. Un altro degli iscritti al gruppo, offeso dall’assoluta assenza di pietà a fronte della morte di un ragazzo di 19 anni, seppur deceduto in seguito a un’imprudenza, ha compiuto un passo ulteriore presentando un esposto che gli uomini della Digos della questura di Varese hanno recepito dando il via alle indagini. Tutti i contenuti relativi alla vicenda che l’utente ha postato attraverso il proprio profilo sono stati acquisiti e inseriti agli atti.

All’uomo viene contestato il mancato decoro nei confronti di un defunto. Tutto nasce da una norma che tutela le confessioni religiose. E che punisce, con sanzioni che possono raggiungere i quattrocento euro, l’offeso a una confessione religiosa mediante villipendio di persona. Lo stesso principio giuridico, con tanto di pene annesse, viene esteso a tutela dell’onorabilità del defunto. Il reato contestato è di lieve entità, tanto che prevede una sanzione, ma mira a dare un segnale molto forte a chi utilizza i social network spesso cornice di contenuti estremamente violenti e sgradevoli sia nei toni che nelle affermazioni postate.

Sarà la procura di Varese, ora, a dar corso all’indagine stabilendo infine se l’accaduto possa portare a una richiesta di rinvio a giudizio per l’autore dei post che potrebbe ritrovarsi davanti a un giudice per l’udienza preliminare. Questo sarebbe un precedente notevolissimo.
Non solo in provincia di Varese, dove questo a memoria dovrebbe essere il primo caso registrato, ma in Italia. Generalmente, infatti, gli utenti si querelano tra loro per diffamazione dopo essersi insultati. Qui la materia è decisamente più delicata. Chi ha presentato l’esposto, tra l’altro, non è ne un famigliare ne un amico del giovane writer.