La Provincia contro la SLA Lancia la sfida a Pozzecco

Una doccia fredda alla SLA: ecco in cosa consiste Ice bucket challange, l’iniziativa che sta spopolando in tutto il mondo e che coinvolge tutti, dalle persone comuni alle celebrità.

In pochissimi giorni, dal 31 luglio scorso, grazie a questa rinfrescante attività, sono stati raccolti più di 15 milioni di dollari da destinare alla ricerca contro la SLA, una malattia terribile, che colpisce senza discriminazione, annientando i muscoli dell’individuo, senza che nulla si possa fare.

Ricorderete tutti il calvario di Stefano Borgonovo, calciatore di Milan e Fiorentina, letteralmente devastato da questo male incurabile.

Per far sì che siano sempre meno i casi come quello di Stefano, tutto il mondo si sta mobilitando: sportivi, attori, politici, ma anche studenti, impiegati, giornalisti, insomma tutti (quasi tre milioni di video realizzati) in questi giorni si stanno versando un secchio zeppo di ghiaccio e acqua in testa, proprio per provare, in maniera molto meno dolorosa, la paralisi che la SLA provoca al corpo umano. Dopo quest’esperienza, fare una donazione alla Associazione mondiale della lotta alla SLA (

target="www.alsa.org" rel="noopener">www.alsa.org) è quasi immediato. Per far proseguire la raccolta fondi è necessario “lanciare la sfida” a qualcun altro in modo che la catena non si spezzi. Finora è stata usanza nominare tre concorrenti, ma noi abbiamo deciso di invitarne uno solo, che però vale per tre: Gianmarco Pozzecco. Siamo sicuri che l’allenatore della Pallacanestro Varese raccoglierà il nostro tonificante invito, per poi inoltrarlo ad altri personaggi di spicco della Città Giardino così da permettere anche a Varese di fare la sua parte.

Quella contro la SLA è una guerra che si vince solo se la si combatte tutti insieme. Quindi, a te la palla Poz, sappiamo che non ci deluderai.

Il video della nostra Ice bucket challange e la storia di come è diventata un fenomeno mondiale, per chi se li fosse persi ieri.

Tutto parte lo scorso 15 luglio, giorno in cui Chris Kennedy, un semplice golfista della Florida, riceve la sfida da un amico: la Ice Bucket non ancora legata alla SLA, ma era una generica sfida volta a promuovere raccolte di fondi per opere benevoli di qualsiasi tipo. È proprio Chris Kennedy, una volta versatosi la sua bella dose di ghiaccio sulla schiena, a far incontrare la bizzarra usanza con una tra le malattie più terribili che ci siano (“la Stronza” secondo Stefano Borgonovo): Chris nomina infatti una sua amica, moglie di un malato di SLA, al quale dedica la raccolta fondi, e posta il video su twitter: è il debutto sul web della competizione che ora è diventata mondiale.

Chris abita in un paese piccolo, in cui tutti si conoscono e, visto il carattere benefico dell’iniziativa e visto anche il caldo torrido della Florida a luglio, tutti gli amici lo ripropongono, condividendo il loro video sul web. L’hashtag (se non sapete cosa vuol dire, è spiegato perfettamente QUI) che accompagna le performance è #StrikeOutALSPelham (letteralmente facciamo fuori la SLA a morsi). Grazie alla facilità di condivisione dei social network, la sfida lanciata da Chris supera facilmente i confini del suo piccolo paese natale, sale la costa ovest degli Stati Uniti e arriva fino a New York. È un giorno come tanti per Pat Quinn, un altro malato di SLA, quando aprendo il suo facebook si accorge di essere stato nominato. Non è certo il tipo che si tira indietro e, in uno dei pochi momenti in cui la malattia gli da’ tregua, decide di farlo. Non è così divertente come se lo immaginava: l’acqua ghiacciata gli blocca i muscoli, non gli permette di muoversi, lasciando completamente cosciente il cervello. Questa è una sensazione che Pat conosce bene: è ciò che prova quotidianamente, quando “La Stronza” gli attanaglia i muscoli, non facendoli più rispondere ai comandi che un lucidissimo cervello invia.

Ed è qui che entra in gioco il terzo personaggio: Pete Frates. Pete è un grande amico di Pat, è stato un famoso giocatore di baseball professionista (capitano della prima squadra del Boston College) ma adesso è malato di SLA. Pete però ha un carattere forte ed è un grande attivista della lotta alla malattia. Soprattutto Pete ha un grandissimo seguito online di amici, ricercatori, attivisti che, comprendendo le potenzialità che quella sfida, nata come un gioco, avrebbe nel portare alla ribalta la lotta contro una malattia terribile.

È il 31 luglio: l’ice bucket diventa davvero virale. Il passo fino a diventare epica è davvero molto breve. Rimbalzando su migliaia di profili facebook la sfida arriva fino ai VIP di ogni tipo.

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