La rabbia dei prof di Busto «No a una scuola alla buona»

«Altro che “buona scuola”, Renzi vuole una “scuola alla buona”».

– «Mai vista in tanti anni una così ampia partecipazione ad un’assemblea sindacale del mondo della scuola» ammette l’insegnante bustocco , che era tra i tantissimi che hanno partecipato ieri mattina all’ultimo appuntamento unitario sul territorio in vista della mobilitazione del pubblico impiego del prossimo 8 novembre a Roma. In un’affollatissima aula magna della “ragioneria” di viale Stelvio, i docenti del comprensorio scolastico di Busto Arsizio e Valle Olona hanno espresso tutta la loro preoccupazione (che poi è un eufemismo per non usare la parola “incazzatura”) nei confronti degli effetti delle riforme.

«Ci penalizzano due volte»

A partire dalla «doppia penalizzazione» legata al «mancato rinnovo del contratto nazionale, che è fermo dal 2009, al blocco degli scatti di anzianità», come illustra il segretario territoriale di Varese della Uil . «Per gli insegnanti è molto penalizzante, visto che avrà ripercussioni negative non solo sugli stipendi ma anche sulle pensioni».

«Renzi, così non va»

A questo si aggiungono altrettante preoccupazioni per il progetto “buona scuola” presentato dal premier Renzi. «A noi ci sembra piuttosto che si voglia disegnare una “scuola alla buona” – spiega Aretano – la cosa più grave è che tutti mettono mano ai cambiamenti del sistema scolastico ma a discuterne nel merito non c’è nessun operatore del mondo della scuola. I difetti della riforma? Per fare un esempio, si parla tanto di merito, ma a sproposito, visto che si prevede che verrà

assegnato al 66% dei lavoratori della scuola, il che è un controsenso perché chi davvero merita si può stabilire solo ex post. Purtroppo anche questa novità nasconde soltanto la necessità di risparmiare, dopo che già gli otto miliardi di tagli della riforma Gelmini non sono mai stati reinvestiti nella scuola». Insomma, una bocciatura su tutta la linea quella dei sindacati della scuola. «Il problema effettivamente è molto sentito, anche da parte degli insegnanti non sindacalizzati o che normalmente si disinteressavano alle nostre iniziative – fa notare il segretario territoriale della Uil – in tutte le assemblee unitarie che abbiamo tenuto in provincia di Varese abbiamo sempre registrato un’adesione molto alta».