La Regione taglia la dote scuola Migliaia di famiglie senza aiuto

Dote scuola più che dimezzata, niente più aiuti dalla Regione per migliaia di famiglie in provincia di Varese: ora dovranno tirare fuori i soldi per sopperire al caro-scuola. Il nuovo sistema esclude le famiglie che hanno i figli alle elementari e nel triennio delle superiori.

Mentre il Codacons stima in almeno 800 euro di media il costo a famiglia per il corredo scolastico dei figli e sul territorio si moltiplicano iniziative per la raccolta di materiale scolastico per le famiglie più bisognose, i genitori che mandano i figli alla scuola dell’obbligo si trovano a fare fronte all’assenza del sostegno al reddito della “dote scuola” di Regione Lombardia.

«Gli studenti delle scuole elementari statali lombarde da quest’anno non avranno più alcun sostegno al reddito – denuncia , segretario regionale del Pd – identico trattamento è riservato agli studenti del triennio delle superiori, sempre statali».

Il Pd aveva già richiesto in commissione bilancio un riequilibrio degli stanziamenti rispetto al sistema dote scuola: «poiché le risorse stanziate per il buono scuola paiono essere addirittura superiori alle stesse richieste, non si capisce il motivo di non riequilibrare, garantendo più risorse agli studenti in difficoltà delle scuole statali». Fino allo scorso anno con la dote, riservata a famiglie con un reddito Isee inferiore ai 15mila e 458 euro, i genitori degli studenti delle scuole superiori pubbliche potevano ricevere un contributo tra 90 e 240 euro,

a titolo di copertura delle spese, in particolare i libri di testo che costituiscono un vero salasso. Da quest’anno invece questo contributo vale solo fino ai 16 anni di età, quindi si limita alle classi del biennio della secondaria di secondo grado, lasciando scoperto l’intero triennio. Per i genitori degli studenti che frequentano le primarie invece, la somma erogata era tra i 60 e i 110 euro, visto che i libri di testo per loro sono gratuiti.

«Non cambia la vita, ma è utile per acquistare il materiale scolastico e pagare le gite», come fa sapere di Fagnano, che ha due figli alle elementari. Si stimano circa diecimila famiglie senza più aiuti in provincia di Varese.

E così spuntano iniziative di solidarietà nei confronti dei genitori alle prese con il caro-scuola e rimasti senza gli aiuti regionali: raccolte di materiale scolastico da parte della Caritas o il “banco scuola” organizzato a Busto Arsizio dal Club Forza Silvio, che consegnerà il materiale direttamente ai presidi delle scuole elementari. Anche il Movimento Cinque Stelle è sulle barricate: per la consigliera gallaratese Paola Macchi quella sulla dote scuola 2014 «è una norma discriminatoria nei confronti delle fasce a più basso reddito».

Regione Lombardia, con l’assessore all’istruzione Valentina Aprea, ha imputato ai «300 milioni di euro di tagli» imposti dal governo centrale la «scelta obbligata» di ridurre l’ammontare dei fondi messi a disposizione delle famiglie. Dai 65 milioni del 2013 (di cui 30 milioni per il sostegno al reddito degli alunni delle scuole pubbliche e 35 milioni per il buono scuola riservato a chi frequenta le paritarie) si è passati ai 35 milioni di quest’anno. Che dovrebbero essere così suddivisi: 5,1 milioni agli alunni delle scuole pubbliche e 30 milioni a quelli delle private.

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