La solidarietà è contagiosa Antonio resta in albergo

La solidarietà – a volte – è una malattia contagiosa, un virus positivo che contamina le coscienze e regala belle righe da scrivere.

Antonio, l’uomo di origine siciliana del quale avevamo raccontato la parabola di vita settimana scorsa, sta scoprendo questo morbo sulla sua pelle, per una volta fortunata dopo tanto penare nella sua esistenza complicata di senzatetto.

Gli aiuti per assicurargli un sostegno nei suoi bisogni primari stanno arrivando uno dopo l’altro e senza soluzione di continuità. Un particolare consola maggiormente: in questi giorni di persistente maltempo, Antonio sta passando le notti sotto il tetto di una stanza di albergo, pagata prima da – giovane donna di Bobbiate entrata in contatto con lui – poi da altri cittadini di cui non conosciamo le generalità, tutti colpiti nel leggere la sua storia sul giornale. La solidarietà può avere un nome come non averlo: l’importante è il risultato.

Il quarantenne di Catania aveva raggiunto Varese diversi mesi fa. Senza un posto dove dormire, si era sistemato nella zona del tribunale, trascorrendo le ore di sonno tra il parco adiacente al palazzo di giustizia ed i portici di piazza Cacciatori delle Alpi. Nel quartiere, Antonio ha trovato attenzione: oltre ad Alessandra, sono in tanti coloro che si sono spesi per offrirgli una colazione, comprargli quanto necessario per lavarsi, dargli qualcosa da mangiare e regalargli perfino uno zaino nuovo. Quando il giovane è stato allontanato dal suo giaciglio di fortuna per opera dei carabinieri – allertati da alcuni residenti della zona – un buon cuore gli ha offerto una settimana in hotel, permanenza che continua anche ora grazie all’interessamento di altre anime gentili.

Antonio è una persona molto discreta, non vuole la pietà di nessuno, anzi: come tutti gli esseri umani desidererebbe solo la possibilità di lavorare per pagarsi un affitto. Ora ha deciso di affidarsi ai servizi sociali del Comune di Varese, prendendo appuntamento con l’ufficio competente: l’unica strada per ottenere la residenza in città ed avere accesso al dormitorio comunale di via Maspero, il solo disponibile in questa stagione nell’attesa della riapertura del ricovero vicino alla stazione Fs.

Per una buona notizia, ce ne sono altre che non lo sono. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia: Varese è piena di senzatetto che hanno la stessa dignità di Antonio e le stesse problematiche.

Ieri abbiamo trattato il caso di uno straniero proveniente dal sudest asiatico, tornato a dormire per strada in uno degli anfratti dell’area Morandini, il grande complesso semiabbandonato che occupa lo spazio tra via Casula e via Adamoli, di fianco all’Upim.

Quest’uomo è probabilmente vittima di una salute precaria, anche l’Asl è stata allertata ma non ha potuto intervenire: di lui, l’altro ieri, non c’era più traccia.

Altra spiacevole situazione in piazza XX Settembre. Un sacco a pelo con un individuo sdraiato sopra, un orsacchiotto ed un bicchiere per raccogliere l’elemosina: è questa la foto pubblicata su Facebook da . Non sappiamo chi sia lo sfortunato soggetto della stessa: sappiamo solo che, ieri mattina, gli Angeli Urbani hanno raggiunto il luogo senza più trovarlo.

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