La Tasi vale 7 milioni Botta dura per i varesini

Un padre disoccupato ha fatto “facchinaggio” pur di guadagnare i soldi per pagare. «Casa non mia, perché tocca anche a me?».

Quando tutti avranno pagato la Tasi, nelle casse del Comune di Varese entreranno 15 milioni e 400mila euro. Un bel gruzzolo che verrà utilizzato per i cosiddetti “servizi indivisibili”, ovvero per il rifacimento del manto stradale, per la pubblica illuminazione e per i servizi sociali.
L’importo equivale ai trasferimenti che lo Stato ha tagliato al Comune, ma non ha nulla a che fare con il patto di stabilità. Ma quanti varesini avranno effettivamente già pagato il conto? Se tutti fossero stati puntuali, l’importo versato nelle casse di Palazzo Estense ieri avrebbe raggiunto i sette milioni e 700mila euro.

È vero che il Comune, annullando la mora, di fatto ha prorogato la scadenza. Ma è anche vero che la delibera togli-sanzione è arrivata solo nel pomeriggio, quando gran parte dei varesini aveva già compilato e portato in banca l’F24.
Agli sportelli delle poste non sono stati registrati né ritardi, né code, né intasamenti. Sicuramente molti cittadini avranno pagato online o in banca. Non si può neppure escludere che i varesini abbiano effettivamente aspettato a pagare, fiduciosi che le sanzioni sarebbero state cancellate. Nel frattempo ieri si è alleggerito anche il via vai anche alla palazzina dei Tributi di via Sacco. Alle 10.30 era ancora in corso la distribuzione dei numeri, segno che si sono presentate meno di 100 persone.
Toccante la storia , padre di famiglia disoccupato con moglie invalida.
Per pagare la Tasi ieri si è rimboccato le maniche e ha trasportato in un carrello una lavatrice, dal mercato dell’usato a un’abitazione privata.

Per il servizio “a domicilio” ha preso 20 euro. Poi si è messo in coda davanti alla palazzina dei Tributi, sapendo già che i soldi guadagnati sarebbero finiti in tasse.
«Stiamo peggio che nel terzo mondo – diceva – Il proprietario di casa mi ha consegnato solo ieri i dati catastali, quindi mi sono ridotto all’ultimo momento. Lavoro non ne ho. Mi chiedo come possa fare un cittadino nelle mie condizioni a pagare anche questa tassa,

tra l’altro su immobili che non sono di proprietà».
Anche la notizia dello slittamento in avanti della scadenza è stata accolta con un po’ di rabbia. «Va bene togliere le sanzioni, ma non lo si poteva decidere prima? – si domanda – E dire che si parla di semplificazione. A me sembra che è in atto una complicazione vergognosa di tutto».
Ieri la «medaglia» per la maggiore arrabbiatura è stata vinta dagli inquilini dell’Aler.
«Mi sono fatta tutta la coda per sentirmi dire di tornare più avanti, perché tanto la scadenza è slittata a dicembre – spiega – Ma già che sono arrivata agli sportelli, non potevano darmi l’importo da pagare? Tra le altre cose mi hanno detto che se la cifra è inferiore ai 12 euro non devo proprio pagare nulla. Il problema è che io dopodomani parto per Villa San Giovanni e non ritorno a Varese fino a gennaio. Perché devo partire con la tassa non pagata, con il timore delle sanzioni?».

Ai Caf di via Luini c’era coda anche ieri alle 17. «Varese ha fatto con Gallarate, con la differenza che Gallarate ha preso la decisione di togliere le sanzioni prima della fine di settembre – dice , responsabile dei Caf delle Acli – Tra i cittadini c’è ancora tanta incertezza. Ci sono affittuari e proprietari che non hanno ancora capito quando devono corrispondere. I nostri servizi andranno avanti a oltranza, fino a quando ci sarà richiesta».