La tavola di Natale insieme è più bella e diventa famiglia

Il Pranzo della Fondazione Exodus è tradizione
A Gallarate nessuno rimane solo. Neppure a cena

Festeggiare con chi è solo per sentirsi in famiglia. È questa la filosofia che da anni accompagna la città di Gallarate, che nel tempo tra le festività natalizie e l’Epifania vede alcuni cittadini impegnati nei pranzi dedicati alla solidarietà.

Noto, e ormai alla sua quindicesima edizione, è il Pranzo di Natale organizzato dalla Fondazione Exodus, ente benefico impegnata nel sostegno di coloro che sono socialmente emarginati. Patrocinato dai Servizi Sociali del Comune di Gallarate e con la collaborazione di parrocchia Madonna in Campagna, Caritas Ambrosiana, Comunità Pastorale San Cristoforo di Gallarate, associazione “La Fionda di Davide” e Comunità Islamica di Gallarate, vedrà ritrovarsi il 25 dicembre alle 13 i volontari e tutti coloro che vorranno partecipare.

«Chiunque è invitato»

«Abbiamo voluto riprendere la tradizione familiare e portarla a coloro che, per vari motivi, si ritrovano soli nel giorno di Natale. – racconta , coordinatore della Fondazione Exodus e fra i fondatori del Pranzo di Natale – Non c’è qualcuno per cui è particolarmente indicato. Chiunque abbia bisogno o sia solo per qualsiasi motivo, qui è invitato».

«Abbiamo la possibilità di ospitare negli spazi dell’oratorio della parrocchia Madonna in Campagna, e offriamo il pranzo nella speranza di far vivere la festa a tutti».

Iniziato nel ’99 con cinquanta partecipanti e arrivato ora a raccoglierne più di duecento, il Pranzo è aperto a tutti, anche «a quelli che stanno bene. Ogni tanto ci è capitato di accogliere famiglie che decidessero per un Natale diverso, con noi».

È vigiliare invece l’iniziativa di Auser Insieme Gallarate Onlus, che con Croce Rossa e 3SG propone mercoledì 24 dicembre una cena di “Ospitalità e solidarietà”, per accogliere chi è solo o in difficoltà e far vivere un tempo di festa.

Epifania a Santa Maria Assunta

La cena si svolge ogni anno al Centro Figli del Lavoro in gestione ad Auser, ed è arrivata a contare fino a centoventi partecipanti. Singolare è il Pranzo dell’Epifania, momento di solidarietà organizzato dai volontari della parrocchia di Santa Maria Assunta.

«L’Epifania è nostra da sempre – raccontano i volontari – Questo pranzo c’è da più di trent’anni. Era nato come un gesto da parte di alcune famiglie verso le meno abbienti della comunità. Ci si ritrovava assieme, si cucinava e si festeggiava».

«Ora è molto cambiata. Siamo in una quindicina, noi, e ogni anno accogliamo chiunque abbia bisogno, e molti anche dai comuni al di fuori di Gallarate». Con partecipanti che ogni anno oscillano fra i settanta e i cento, ogni anno il 6 gennaio alle 12 la parrocchia Santa Maria Assunta ospita i bisognosi al Ristoro del Buon Samaritano, lo spazio adibito a mensa e inaugurato nel gennaio del 2009, offrendo un ricco pranzo per celebrare la festa.

«Ormai non cuciniamo più. Molti negozi e catering della città ci offrono tutto, dagli antipasti ai dolci. Uno fra tutti il signor Lanzarotti, che da anni si sveglia presto solo per noi per cucinare qualcosa da donarci».

Una scelta, quella di rinunciare alle proprie festività, che gli stessi volontari spiegano con facilità.

«Io credo che quando uno si mette nella condizione di dare è per l’aspettativa che ha nel ricevere – spiega Sartori – A noi ritorna qualcosa, che è lo stare bene e sentirsi felici. Un tempo il Natale era l’unico momento che riuniva la famiglia, ora invece è tutto diverso, possiamo vederci sempre, quindi possiamo essere meno egoisti».

«Si può dare tanta gioia»

«L’Epifania per noi è una briciola – concordano i volontari di Santa Maria Assunta – ma in quel giorno possiamo dare tanta gioia. Non è per loro solo quella di ricevere qualcosa, ma anche solo il gesto di vedersi qualcosa offerto. Abbiamo così tanto, possiamo permetterci di donare».n