La violenza continua Le donne non tacciono più

I reati denunciati legati alla violenza sulle donne nella provincia di Varese sono aumentati del 45% dal 2012 al 2013. Questo il dato emerso, ieri pomeriggio, durante la prima lezione del corso di formazione per avvocati dal titolo “La violenza sulle donne”, finanziato dall’assessorato regionale alle Pari opportunità, che ha stanziato 50mila euro per l’organizzazione di 4 percorsi formativi.

«I numeri dicono che quello della violenza sulle donne è un fenomeno diffuso – spiega l’avvocato e consigliere regionale di Forza Italia – L’incremento registrato tra il 2012 e il 2013 certamente può essere indizio di un andamento dell’attività delittuosa, ma va letto anche in trasparenza, perché credo si stia squarciando il velo di omertà che ha sempre caratterizzato questi reati subdoli, perché restano sotto traccia e scalfiscono chi li subisce».

Un andamento, quello legato alla violenza sulle donne, confermato anche dai dati raccolti nei 16 centri antiviolenza presenti in Lombardia: dal 2009 al 2013 si sono rivolte agli sportelli in cerca di aiuto 13.755 donne, 9.931 di nazionalità italiana e 3.824 straniere. All’interno della componente estera, il 2% delle donne che hanno denunciato di aver subito violenza tra le mura domestiche sono sposate con uomini italiani.

Stando ai dati raccolti nei centri di assistenza, la violenza domestica è la forma più pervasiva, con un tasso del 78,21%, e si verifica in tutto il Paese. Il 34,5% delle donne ha segnalato di essere vittima di incidenti violenti, eppure, solo il 18,2% delle vittime considera la violenza domestica un crimine, mentre per il 36% è un evento normale. Allo stesso modo, stando al rapporto, solo il 26,5% delle donne considera lo stupro o il tentato stupro un crimine. È dunque necessario agire velocemente e in maniera concordata.

«Questo tema non è stato affrontato sufficientemente in questi anni – precisa , presidente dell’Ordine degli avvocati di Varese – e sta dietro le quinte: va formata una cultura del rispetto e del riconoscimento dei ruoli, trasversale tra le istituzioni e gli enti che collaborano per far fronte a questo problema sociale».

Prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli sono i ritardi dell’Italia. Affrontarli è «un obbligo internazionale». Non a parole, con leggi e azioni reali. D’altronde il “diritto” degli uomini di picchiare le donne non è arcaico: la legge che lo ha abrogato è solo del 1975. Fino a 40 anni fa a un marito o un padre era consentito picchiare, in quanto mezzo per “correggere” il comportamento delle donne.

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