Lacrime e rabbia «Da oggi Cardano non è più la stessa»

È la giornata più lunga per Cardano. «La città non sarà più la stessa dopo questa tragedia». Sgomento, sconcerto, incredulità, ma soprattutto grande dispiacere per il triste epilogo che ha portato via la sindaca .

Gli uffici comunali ieri mattina erano regolarmente aperti ma la voce che per la sindaca non ci sia ormai più nulla da fare, fa rapidamente il giro dei corridoi del palazzo municipale. Alle 12.30, dopo la chiusura al pubblico degli sportelli, la comunicazione del reggente a tutti i dipendenti gela ogni recondita speranza e fa comparire qualche lacrima sulle guance di chi conosce Laura da più anni.

Dopo dieci anni da vicesindaco e uno da sindaca «era una di famiglia», come ammette una dipendente comunale.

Passa anche l’ex capogruppo , atterrito: «È tutto così assurdo». Il trascorrere delle ore è solo una lunga attesa che la notizia diventi ufficiale. In città non si parla d’altro, anche se gira poca gente: è lunedì ed è metà luglio, i negozi e la gelateria sono chiusi e il caldo tiene lontani i cardanesi dalle strade.

Sulle panchine di piazza Mazzini riflette: «Ormai sembrava che potesse recuperare e invece… Credo che dopo questa tragedia Cardano non sarà più la stessa».

Il pensiero è «alla famiglia e soprattutto ai figli, che hanno perso la loro mamma in un modo così assurdo».

Qualcuno esprime rabbia, fino all’odio, per l’attentatore: «Dovrebbero buttare via le chiavi della galera per quello che ha fatto». Sotto le piante davanti alla Chiesa un gruppetto di ragazzi in bicicletta chiede conferme: «Ma è vero che la sindaca è morta?».

Purtroppo sì. «Peccato, era una simpatica» scuote la testa una ragazzina. Fuori dal Roxy Bar, uno degli locali della piazza, c’è “il Felice”, che è un po’ la mascotte del Pd cardanese, sempre presente a tutte le iniziative politiche. «L’ho saputo stamattina, la Laura era una brava persona, è un grosso dispiacere per tutti – dice – questo fine settimana doveva esserci la festa del Pd, un evento a cui Laura teneva tanto. Ci mancherà molto».

Nella farmacia comunale si nota subito il volantino sul registro del testamento biologico, una delle iniziative che Laura Prati aveva voluto ostinatamente portare avanti. «Non ci sono parole in questi momenti» dice la farmacista . Sotto i portici il pensionato ricorda la sindaca «all’inaugurazione della casa Paolo VI, proprio pochi giorni prima che le sparassero» e ancora fatica a crederci.

«Era gentile, a modo, sempre educata e disponibile, non capisco come si potesse volerle così male. Anche perché in fondo aveva fatto il suo dovere, applicando le leggi e i regolamenti. Tutto quello che è successo è davvero assurdo. Assurdo». Anche per è una tragedia inspiegabile: «La incontravamo spesso in giro, sempre gentile con tutti. L’ultima volta che ci avevo parlato era ad un funerale di un nostro coscritto, ma ricordo anche una volta che aveva accettato un passaggio per tornare a casa dall’ospedale di Gallarate. Era una persona semplice».

Alle 18.10 circa dal campanile della chiesa parrocchiale di Sant’Anastasio risuonano le campane a morto.

Andrea Aliverti

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