Lavorava in Comune, poi il burrone. Niente soldi e notti con gli Angeli di Varese

Allo chalet Martinelli di piazzale Trieste si intrecciano da anni le vite di persone che hanno avuto difficoltà. Lunedì sera una festa di Natale con brindisi, auguri e dolci fatti in casa

VARESE – A dormire nello chalet Martinelli di piazzale Trieste c’è anche un ex lavoratore socialmente utile del comune di Varese. Una persona che era stata pubblicamente lodata per l’impegno dimostrato sul lavoro. Ma la vita, a volte, è ingenerosa anche con chi ce la mette tutta.
Questo signore, che chiameremo Mario, ha lavorato per il comune due anni. Il primo guadagnando 800 euro al mese. Il secondo, 600. Poi è finita quell’opportunità e Mario ha perso la casa in cui alloggiava ed è

finito sulla strada.
Certe volte si pensa che a non avere un tetto sopra la testa sono i clochard, persone che possono aver volontariamente fatto la scelta di dormire sotto le stelle.
Ma la realtà è che può capitare a chiunque di attraversare un periodo di difficoltà e di perdere tutto. Per fortuna, a Varese, ci sono gli Angeli Urbani, associazione che si occupa della gestione del centro di emergenza vicino alla stazione dello Stato, un rifugio aperto dal Comune per dare una casa ai senzatetto (lo scorso inverno, da ottobre a giugno, ne sono stati ospitati 38).

«Abbiamo 13 letti (più due per i volontari) che sono sempre occupati – racconta la responsabile , che è la “mamma” di tutti i ragazzi che soggiornano lì – Io e i volontari ce la mettiamo tutta. Alcuni dei nostri ospiti sono persone che hanno lavori saltuari. Incarichi a chiamata, che non consentono di affrontare il pagamento di un affitto».
Un esempio è Hassan. Un ragazzo marocchino di 31 anni che è arrivato dal Marocco 16 anni fa e che per parecchio tempo è stato ospitato da una famiglia di Luino. Dal 2014 il giovane – il cui nome significa «distinto» – vuole provare a farcela da solo.
«Mi sono spostato su Varese per avere qualche possibilità di lavoro in più. Mi muovo con le agenzie, ogni tanto mi trovano la possibilità di lavorare in fabbrica, anche in grandi realtà. Poi l’incarico finisce e bisogna ripartire da capo».

Hassan ha lasciato i genitori e le sorelle in Marocco, ma vede il suo futuro in Italia: «Ormai ho acquisito la mentalità che c’è qui, che significa sapere che c’è la legge da rispettare e che i servizi funzionano. Per esempio: qui ci sono gli ospedali e i pullman, cose che in Marocco non funzionano così bene. Di contro, qui manca il deserto. Noi, quando abbiamo un problema di salute, ci sdraiamo nella sabbia e, con il calore, spariscono i reumatismi e le malattie della pelle».
Lunedì sera allo Chalet Martinelli è stata organizzata una festa per scambiare gli auguri natalizi. Tanti i dolci fatti in casa (buonissimo il ciambellone di Luisa-Luna). Hanno partecipato numerosi volontari dell’associazione e, tra gli altri, don , l’assessore e la consigliera del Pd , che ha approfittato dell’occasione per raccogliere le adesioni per il tradizionale veglione solidale organizzato all’oratorio di Giubiano nella serata del 31 dicembre.
«Il volontariato è il modo più bello di essere una città» ha detto Oprandi elencando le numerose pietanze che verranno servite quella sera (tutte rigorosamente senza carne di maiale a parte il cotechino che verrà proposto alla mezzanotte con le lenticchie).
Ha partecipato alla serata anche , autrice della guida VareseVive. Un libro che sarà venduto, in esclusiva per i nostri lettori, da domani fino al 6 gennaio al prezzo di 9.90 al posto di 15.80.
Parte del ricavato andrà a favore degli Angeli Urbani per aiutarli nel loro lavoro quotidiano, che comprende anche distribuzione di pane, focacce e vestiti ai più bisognosi della città. Lo scorso inverno sono stati distribuiti 50 pasti al giorno.