In fila le coppie scoppiate Il divorzio low cost fa il botto

Sin dal primo giorno d’attivazione, centralino bollente in Comune. Fa gola il costo: 16 euro per dirsi addio. Gli avvocati: «Attenzione»

– Pochi giorni fa il Governo ha deciso che si può divorziare in Comune. Lo prevede l’articolo 12 della legge 162 del 2014.
I coniugi possono comparire direttamente davanti al sindaco – o a un ufficiale di stato civile del Comune – per concludere un accordo di separazione, di divorzio o di modifica delle precedenti condizioni di separazione o di divorzio. L’assistenza degli avvocati difensori è facoltativa. La “parcella” è di 16 euro.
Palazzo Estense ha dato il via al «divorzio facile» e già il giorno successivo il telefono del centralino ha iniziato a squillare. Dall’altra parte della cornetta coppie “scoppiate” che chiedevano informazioni.

Il primo giorno si sono fatte avanti tre coppie. Altre hanno scritto mail. Per ora non è stato fissato ancora nessun appuntamento, ma è innegabile che l’interesse ci sia.
Pur trattandosi di una procedura veloce, la legge prevede un doppio «colloquio» con l’ufficiale di stato civile a distanza di non meno di 30 giorni, per assicurarsi che la decisione si stata ben ponderata. Inoltre, per presentare la domanda di divorzio, bisogna comunque lascia passare tre anni dalla separazione. Gli avvocati, però, nutrono qualche perplessità su questa «semplificazione» che tocca molto da vicino la vita delle persone.
«C’è il pericolo che il coniuge più debole non riesca a far valere i propri diritti».

«Io sono del parere che anche le consensuali sia meglio farle fare a un avvocato per garantire che ogni parte sia libera di prendere una decisione – spiega , noto avvocato varesino – Questa possibilità, prevista dal Governo, mi sembra nasca per velocizzare i tempi secondo l’egida dello spendere meno, ma di fatto potrebbe rappresentare un danno per la parte più debole della coppia, che non potrebbe godere di alcun controllo. La velocizzazione può nascondere realtà

che non sono così lineari come si può pensare. Chi controllerà se qualcuno è in una situazione di circonvenzione?».
Difficile quantificare l’effettivo risparmio per il cittadino. Da quando sono stati tolti i limiti tariffari ci sono avvocati che, per una separazione consensuale, per fare concorrenza ai colleghi, chiedono solo 300 euro. Molto meno rispetto al passato, ma comunque molto di più dei 16 euro chiesti dal comune. Di contro, non sono molte le persone che potranno beneficiare di questa iniziativa.
Potranno separarsi e divorziare in comune solo i coniugi che non hanno figli minori o portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti, e a condizione che l’accordo non contenga patti di trasferimento patrimoniale.
Le coppie che possono permettersi un addio del genere sono una minoranza, dal momento che si stima che oltre il 73 per cento delle separazioni e il 66 per cento dei divorzi riguardano coppie con figli, minorenni nella maggior parte dei casi.