Le nostre strade trappole per le moto

È stato un week end da dimenticare, quello appena trascorso sulle strade del Varesotto, per i motociclisti. Nelle ultime ore, infatti, hanno perso la vita due centauri: il giovane, 23 anni di Caronno Varesino, coinvolto in un gravissimo schianto mentre in sella alla sua moto stava viaggiando tra Gemonio e Cocquio Trevisago, e di 67 anni, di Biella, morto domenica pomeriggio in seguito a un terribile incidente avvenuto a Lonate Pozzolo.

Per i motociclisti le strade del Varesotto si confermano delle trappole mortali. Sulla scia di sangue che ha macchiato le strade della provincia ha detto la sua il campione delle due ruote .

Il pilota di Brunello, con un passato al mondiale endurance, vice campione europeo nel 2008, popolare voce del motociclismo di Eurosport e istruttore di guida sicura, ha dato dei preziosi consigli per capire l’origine di queste tragedie: «La verità – dice il pilota – è che la maggior parte dei motociclisti, una volta abbassata la visiera si sente invincibile. “Tanto capita sempre agli altri”, ma purtroppo non è così. Perchè poi bisogna confrontarsi con le auto,

con altri ostacoli. Guidare nei limiti di velocità è quasi impossibile per qualsiasi moto. La Provinciale che porta a Laveno (dove è morto Cariello, ndr) ad esempio è un invito a correre. ostacoli, curve cieche e un asfalto molto ondulato sono delle insidie che spesso si sottovalutano». Zizza ha dato una chiave di lettura particolare, qualcosa che probabilmente un pilota direbbe solo sotto tortura: «Purtroppo – aggiunge – solo con la severità si riesce a far rispettare le regole. Sarebbe fondamentale a mio avviso aumentare i controlli i quei punti considerati strategici. Si può perdere adrenalina, ma almeno si possono evitare dei lutti. Se si andasse a 50 all’ora dove è previsto le strade e i buchi non sarebbero un grosso problema. Sarebbe bello magari promuovere una bella collaborazione tra vigili e motociclisti per segnalare la situazioni più critiche lungo le nostre strade. Non c’è casco, tuta o paraschiena che possano proteggere quanto una condotta diligente».

«Purtroppo – insiste il pilota – è sempre molto triste leggere certe notizie. Incidenti dalle dinamiche tutte diverse ma accomunate dal tragico finale, ma anche dal sapore di libertà che la moto sa dare. I consigli purtroppo sono sempre gli stessi – conclude – è non è facile trovare soluzioni definitive. La velocità, gli azzardi, la distrazione e la gente che non vuol sentirsi dire certe cose».

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