L’estate viaggia sulle orme di Tolkien

Una quindicina i giovani dell’unità pastorale pronti ad un’avventura che li porterà da Londra a Oxford. Don Riva: «Apriamo i loro orizzonti». Scopriranno il grande autore e il beato John Henry Newman

“Heart speak Heart”: crescere seguendo le orme dei grandi.

Ragazzi pronti a partire per un itinerario tra Londra, Birmingham e Oxford alla scoperta delle figure di Tolkien e del beato John Henry Newman.

È questa l’avventura che una quindicina di giovani dell’unità pastorale di Arcisate e Brenno si appresta a vivere in questa calda estate. «L’idea è quella di favorire l’apertura dell’orizzonte personale, evitando il rischio che il proprio “ombelico” diventi il centro del mondo», spiega don, in forza alle parrocchie di San Vittore e Santa Maria Immacolata, ma da settembre destinato a Cinisello Balsamo.

Anche Gessate e Carlazzo

Da qui l’intuizione di proporre un viaggio all’anno: «Una volta in una città italiana e una volta in una europea. Una vacanza pellegrinaggio, tra cultura e fede che questa volta prende il titolo “Il cuore parla al cuore”, il motto del cardinal Newman. È un modo per fare esperienza del mondo, per capire meglio cosa significa abitarlo e che l’unico modo di farlo è abitare il cuore, scoprire Cristo. Il movente è sempre quello della fede».

Al viaggio parteciperanno anche i ragazzi, quasi una trentina, degli oratori di Gessate e Carlazzo. «Ci operano due miei compagni di messa. Proponiamo spesso ai ragazzi vacanze insieme sempre nell’ottica di conoscere realtà diverse e perchè, dal punto di vista educativo, vedano l’unità di chi propone il viaggio. Spesso questo è uno strumento efficace, più di tanti incontri o prediche». Quest’anno la metà è la Gran Bretagna. «Visiteremo i luoghi in cui sono vissuti Tolkien e il cardinal Newman: uomini che con la loro genialità hanno manifestato nella storia l’esperienza cristiana e l’esperienza umana nella sua totalità».

Il primo lo conoscono di più grazie alla produzione letteraria e al cinema che ha ispirato.

Del secondo, nato anglicano, ma convertitosi al cattolicesimo dopo una drammatica esperienza di fede e beatificato da Benedetto XVI nel 2010 «incroceremo il percorso del sacerdote che ha dimostrato quanto la fede, vissuta nella sua integralità, cambi la nostra vita e quella degli altri. Conosceremo il mondo di cultura e università nel quale si è mosso e lo straordinario pensiero filosofico che ha proposto».

A fare da guida sarà «uno dei maggiori esperti italiani di Tolkien, sul quale ha scritto diversi libri». Il tocco geniale nelle opere dell’autore della saga del Signore degli anelli «è la capacità di riproporre il fatto Cristiano con linguaggio nuovo». Per i ragazzi non è una nuova conoscenza perché «da due anni facciamo proposta per le medie che si chiama “Compagnia dell’anello” che si adopera nel tentativo di vivere l’esperienza di vita comune che Tolkien ha raccontato». Non più la classica forma di catechismo, ma «un’esperienza di comunità vissuta nei suoi diversi aspetti dal cibo allo studio, attraverso tante attività dal teatro alla fotografia».

Si tratta di vivere insieme «non solo la classica ora di “catechismo”, che rischia di non incidere nella vita dei nostri ragazzi, ma un intero pomeriggio insieme, nel quale affrontare tutte le dimensioni della vita, seguiti volontariamente da adulti, universitari e ragazzi delle superiori».

Valori da vivere

Quella che è stata la prassi finora non è da buttare. «Si basava sul presupposto che ci fosse un’esperienza di comunità che garantiva, in maniera più o meno significativa, un riferimento all’esperienza della fede. Purtroppo non accade più il contesto è cambiato» e la formula doveva cambiare perché i valori non rimanessero temi, ma fossero vissuti in atto.

«Questo non è un metodo sostitutivo, ma serve per mostrare loro un modo di confrontarsi e vivere assieme e che ci sono adulti pronti a mettersi in gioco con loro. Mostrare che la fede non è fatta solo di concetti astratti, ma che interessa tutta la vita dell’uomo».

Accanto alla proposta per le medie c’è anche quella per le superiori che «fanno una esperienza di carità fedele e costante. Vivere nel desiderio di dare quel che si è ricevuto che rientra anche nella dinamica dell’amore. Introduce un modo diverso di stare di fronte alle cose».n