L’inchiesta si è allargata Ci sono altri nove indagati

Scandalo Miogni: ci sono altri agenti della polizia che potrebbero essere coinvolti

Scandalo Miogni: ci sono altri nove agenti della polizia penitenziaria indagati. Sono tutti a piede libero e sono tutti in servizio nel carcere di Varese. Nella notte che ha visto l’arresto di cinque loro colleghi a loro carico sono stati eseguiti altrettanti decreti di perquisizione.
La loro posizione tuttavia è infinitamente più leggera rispetto a quella di Francesco Trovato, Angelo Cassano, Rosario Carmelo Russo, Domenico Roberto Di Pietro e Carmine Domenico Petricone, tutti detenuti in carcere con le accuse di procurata evasione e corruzione.
L’iscrizione dei novi agenti nel registro degli indagati da parte dell’autorità giudiziaria è un atto a loro garanzia. Alcuni di loro sono già stati ascoltati nel corso dell’indagine interforze che ha visto in campo polizia penitenziaria, polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza.

I nove non sarebbero parte del sistema di “promiscuità con i detenuti” contestato ai cinque arrestati dal gip in seno all’ordinanza di custodia cautelare, ma testimoni di alcuni fatti. Dagli atti giudiziari emerge uno spaccato interno ai Miogni che vede un Victor Miclea, la mente dell’evasione del 21 febbraio, fare tutto ciò che gli pare. Alcuni dei cinque arrestati avrebbero anche rivolto minacce piuttosto esplicite ad altri detenuti a conoscenza del piano di fuga ideato da Miclea, che inizialmente avrebbe dovuto fuggire da solo simulando un’aggressione ai danni di uno degli agenti arrestati, per farli stare zitti.

Minacce sono state fatte “recapitare” anche alla fidanzata di Parpalia, coinvolta nel piano, dopo l’arresto avvenuto in Umbria sei anni fa. Tanto da far temere per la sicurezza della ragazza. La ragazza, stando a quanto ricostruito dall’autorità giudiziaria, era al corrente del coinvolgimento di alcune delle guardie. Persone che Miclea chiamava bonariamente “il mio brigadiere” e alle quali, sempre secondo le carte, dava ordini o chiedeva favori in cambio di sesso e soldi.