LinkedIn, il social più oscuro Fa paura ma è una bomba

LinkedIn è il social network più oscuro, per molti. Eppure le potenzialità che offre sono grandi: trovare clienti, o un nuovo lavoro, viceversa trovare il candidato ideale per una posizione aperta. Lo ha raccontato questo pomeriggio Alessandro Gini, formatore varesino, all’incontro «LinkedIn come strumento di lavoro», che ha animato la sala Bazzaro, sopra la sede Ubi Banca di via Foscolo.

LinkedIn è solo apparentemente un social network «cenerentola» racconta Gini: l’Italia è il terzo paese europeo per numero di utenti, cinque milioni e mezzo. Una popolazione che, però, commette errori. «I più diffusi sono tre – spiega Gini – e sono solo apparentemente banali: non avere una foto presentabile dal punto di vista professionale o non averla affatto, lasciare al caso il testo del “sommario”, la breve descrizione personale, e avere pochi collegamenti con altri utenti».

Perché LinkedIn è l’ennesima dimostrazione di come la rete serva a «fare rete», connettendo professionisti con interessi simili, in grado di creare legami poi reali tra le persone. Legami che possono trasformarsi in lavoro.

«Utile è gestire attivamente il network dei collegamenti, puntando su comunicazioni personali – conclude Gini – attivare conversazioni interessanti, stando attenti a rimanere professionali, e cercare legami anche fuori dalla propria rete, senza scendere nello spam». Insomma, LinkedIn è la rete del lavoro, e per farlo fruttare è bene capire che è una vera e propria vetrina, dove ogni potenziale cliente o datore di lavoro può trovarci.

© riproduzione riservata