Lo zio d’America ti inganna online

Altri casi a Varese di truffe legate a false eredità milionarie di parenti lontani: scherzetti da 30 mila euro. Un’anziana era già caduta nel tranello. Per attirare l’attenzione le bande spiano notizie dai profili social

Truffa dell’eredità, altri due casi a Varese: questa volta però le vittime non ci sono cascate. È boom di raggiri telematici e scatta l’allarme da parte delle forze di polizia: «Non versate denaro a nessuno e segnalate immediatamente ogni e mail sospetta». Due casi identici tra loro nelle modalità ma diversi nei contenuti. Un fatto simile era già accaduto ai primi di agosto: la vittima, una settantenne di origine tedesca residente a Viggiù, s’era vista spillare 30 mila euro per sbloccare una fantomatica eredità da due milioni di euro. L’ipotesi è che si tratti della stessa banda che opera all’estero muove dosi tra Spagna e Francia.

Come funziona la truffa? La banda sceglie una potenziale vittima. Il sospetto è che i truffatori prima eseguano delle ricerche in rete traccia do un profilo del malcapitato. Che in tutti e tre i casi registrati a Varese e provincia è un over sessanta. La vittima riceve una mail. Le ultime due, scritte in francese, hanno raggiunto una varesina di 70 anni e un imprenditore residente a Daverio di poco più giovane. Nel caso della varesina un sedicente notaio segnalava alla donna che un lontanissimo familiare residente negli Stati Uniti le aveva lasciato un’eredità

da un milione e mezzo di dollari. In fondo alla mail c’era anche un numero di cellulare da contattare per avere le istruzioni necessarie a sbloccare il lascito. Un ramo della famiglia della vittima è effettivamente emigrato negli Usa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La donna, però, non ci è cascata e ha raccolto la documentazione per denunciare l’accaduto alle autorità. Nel caso dell’imprenditore invece si parlava di un lascito non meglio chiarito proveniente dall’Africa. Anche qui c’era un cellulare riferito a un fantomatico funzionario da chiamare. L’imprenditore di fatto è da anni attivo nell’ambito del volontariato e dell’aiuto alle popolazioni africane in difficoltà. Il fatto che ogni e mail si stata “tagliata” in base a impegni sociali o trascorsi familiari reali delle vittime lascia supporre che i truffatori eseguano delle ricerche in rete per scovare dettagli veri riferibili alle vittime designate in modo da rendere più credibile la loro storiella.

Negli ultimi due casi dunque il colpo è stato solo tentato: nessuna delle persone contattate è caduta nel tranello. L’anziana di Viggiù, invece, nella cui mail si parlava di un lascito di un lontano cugino che portava il cognome del marito della donna, ha invece contattato il numero di cellulare del sedicente notaio. I truffatori l’hanno così raggirata chiedendolo prima cinque mila euro per sbloccare l’eredità, poi altri 25 mila euro per completare le pratiche. Il denaro versato è finito su conti correnti spagnoli. Poi spariti nel nulla. Le forze dell’ordine ricordano che si tratta di trucchi “nessuno regala nulla” e che nella quasi totalità dei casi lo zio d’America non esiste ma si tratta di un delinquente. Tra l’altro, trattandosi di bande internazionali che operano da Pesi esteri con conti correnti bancari fantasma, una volta versato il denaro questo è perduto per sempre.