Luca divorava la vita con passione Induno piange un’altra tragedia

Gli amici ricordano il ragazzo di 26 anni vittima dell’infortunio in fabbrica a Varese. Il monito dei sindacati: «Ogni persona morta sul lavoro è una sconfitta per tutti noi»

– Una passione per i motori, per gli sport “estremi” e per il lavoro che svolgeva. , residente a Induno Olona, era un ragazzo di 26 anni che amava la vita, la famiglia e che, con la fidanzata, progettava di costruirsene presto una tutta loro. Purtroppo il destino ha voluto diversamente. Ha voluto che incontrasse la morte mentre svolgeva il lavoro per cui tanto aveva studiato, colpito al volto da un tubo impazzito, sganciatosi da un macchinario dell’azienda farmaceutica Pro.Bio.Sint di via Valverde a Varese.

Una tragedia su cui adesso si vuole fare luce, perché «le vite spezzate sul lavoro rappresentano una piaga sociale – spiega , responsabile sicurezza Cgil Varese – Ogni volta che accade un infortunio mortale sul lavoro si rimane sbigottiti, increduli, amareggiati e anche arrabbiati. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta per tutta la società, soprattutto per quelli che lavorano quotidianamente sui temi della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, i quali non vedono adeguatamente finalizzati i loro sforzi per far radicare la cultura della sicurezza nelle imprese».

E l’azienda per cui lavorava Luca Sandri qualche richiamo lo aveva già avuto. Non nella sede di via Valverde, «più piccola rispetto al sito di Origgio – precisa il dottor Minardi – Lì lavorano 26 dipendenti, mentre ad Origgio la rappresentanza sindacale aveva già fatto delle segnalazioni». Un atto di accusa nei confronti dell’azienda su cui la magistratura ha aperto un’indagine. Il macchinario che ha ferito mortalmente Luca Sandri è stato posto sotto sequestro e domani verrà disposta l’autopsia sul corpo del ragazzo, prima di restituirlo ai famigliari per l’ultimo saluto. A mamma, papà e alla sorella Roberta, di quattro anni più piccola di Luca.

È suo il messaggio di amore più toccante pubblicato giovedì sera: «Non te l’ho mai detto, ma ti amo». Sono in molti gli amici che adoravano Luca e che oggi non si danno pace per quello che è accaduto. Perché era un ragazzo speciale, «dai solidi valori, di cuore e non lo mai sentito negare un favore a qualcuno – lo racconta , amico fraterno – Ci conosciamo da 23 anni, da tutta una vita praticamente».

Insieme condividevano la passione per i motori e per le avventure. «Luca amava gli sport “estremi” – continua – Si era lanciato più volte con il paracadute, aveva praticato immersioni». Insomma, Luca la vita l’amava e la divorava con passione, ma con la testa sulle spalle. Aveva terminato il suo percorso di studi con le idee chiare sul suo futuro.
«Ha sempre studiato per fare il tecnico di laboratorio, era la sua passione e aveva iniziato subito a lavorare dopo le scuole superiori». Era impiegato alla Pro.Bio.Sint di Masnago dal 2008 e, conquistata la stabilità, progettava anche di andare a vivere con la sua fidanzata. Di costruirsi una famiglia, bella e unita come la sua.