Mafia, fermi i sette beni sequestrati

Dovrebbe bastare un anno: invece per gli immobili bustocchi tutto arenato da quattro. Lettera a prefettura e Agenzia nazionale per accelerare le pratiche dell’affidamento

– Beni confiscati alla mafia, «è ora di utilizzarli». A Busto Arsizio ce ne sono sette, ma sono fermi da quattro anni, mentre l’affidamento dovrebbe essere completato «entro un anno», come ammonisce l’avvocato , esperta in materia e ospite della seduta pubblica dell’Organismo per il monitoraggio della criminalità organizzata del Comune di Busto Arsizio.

«Attiveremo la prefettura e l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati per far ripartire l’iter», annuncia , delegato dal sindaco a partecipare all’incontro, in qualità di presidente della Consulta antimafia istituita dal primo cittadino (che nel frattempo si è “fusa” con quella istituita dal consiglio comunale).
Ma la partita si è incagliata. Nel 2011 infatti l’amministrazione comunale aveva ricevuto i beni confiscati alla mafia, avviando l’iter per l’affidamento: si era parlato dell’associazione Ammazzateci Tutti e di altre associazioni giovanili, poi la burocrazia ha bloccato tutto.

«È una questione complessa – ammette Walter Fazio, ex assessore alla Sicurezza ed ex vicequestore – Ma le indicazioni dell’avvocato Filella ci sono state utili per riavviare l’iter di affidamento. Abbiamo già scritto all’Agenzia nazionale e solleciteremo la prefettura di Varese per capire come muoverci per accelerare».
A Busto Arsizio i beni confiscati sono in tutto sette, sugli 83 presenti in tutta la Provincia di Varese: si tratta nel dettaglio di quattro appartamenti, un negozio e due autorimesse.

L’immobile si trova in via Quintino Sella, ma finora è rimasto inutilizzato, nonostante le richieste. Ora l’organismo antimafia prova a spingere per far ripartire l’iter.
«Questa iniziativa è un punto di partenza – spiega il presidente della consulta – Faremo tesoro dei suggerimenti per intraprendere questa strada, convinti che l’organismo insieme all’amministrazione possa fare un ottimo lavoro. Speriamo di ottenere al più presto dei risultati per riutilizzare almeno uno dei sette beni confiscati».

Ma uno dei rappresentanti dell’organismo, l’ex segretario dei Giovani Democratici , chiede all’avvocato Filella se «si può fare ricorso se l’Agenzia e la prefettura non si attivano», come è stato finora nel caso dell’immobile di Busto Arsizio. E l’esperta risponde in modo secco: «Resta solo la Procura».
L’obiettivo che si prefigge l’organismo antimafia ora è di non dover arrivare a quel punto. Anche se il consigliere del Pdl ammette, desolato: «È disarmante che ci voglia così tanto tempo per ottenere l’affidamento di un bene confiscato alla criminalità organizzata. Lo Stato per primo dovrebbe rispettare la legalità, a maggior ragione in casi come questo». Ora finalmente si smuoverà qualcosa?