Malati in attesa fino a quattro ore Il virus flagella ancora il Circolo

Settanta pazienti in pronto soccorso solo in mattinata, oltre 150 a fine giornata. Il primario Perlasca: «Situazione un po’ migliorata ma rimaniamo in emergenza»

– Altra giornata di passione per il pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese. Dopo il week end “pesante” appena trascorso che ha fatto oscillare tra le 24 e le 48 ore i tempi di ricovero, il lunedì non ha portato soluzioni definitive.
«La situazione è leggermente migliorata – spiega il primario del pronto soccorso – Ma siamo sempre in emergenza».
Alle 11.30 di ieri mattina i tempi d’attesa per i pazienti oscillavano tra le due e le due ore e mezza. «Io sono qui dalle 9 – racconta Marta, pensionata – Sono le 11 e non mi hanno ancora chiamato».
Una crisi dovuta sì all’ondata d’influenza abbattutasi sulla provincia in modo violento e anticipato, ma anche all’aria secca che acuisce i problemi respiratori.

«La quasi totalità dei pazienti che ha portato all’innalzamento esponenziale degli accessi – spiega Perlasca – rientra nella categoria dei grandi anziani. Parliamo di ultrasettantenni».
Dalle 6 alle 11.30 di ieri mattina il pronto soccorso ha registrato 70 accessi. In effetti la quasi totalità dei pazienti in attesa era di età superiore ai 70 anni.
Praticamente nessuno prima di arrivare in pronto soccorso si era rivolto al proprio medico curante.
«Non è una mancanza –

spiega Perlasca – Come dicevo parliamo di grandi anziani. Pazienti che sono già affetti da altre patologie e per i quali accusare un problema respiratorio non è come fronteggiare un raffreddore. Questi problemi respiratori causano scompensi in un equilibrio già precario. Vanno ad aggravare un quadro clinico già consolidato con problemi che hanno necessità di essere trattati a livello ospedaliero».
Nel pomeriggio i tempi d’attesa sono quasi raddoppiati raggiungendo una media di quattro ore e 15 minuti circa. E la rabbia degli utenti si è fatta sentire: «Non è tanto Varese – spiegano i pazienti – è tutto il sistema che ormai non funziona. È evidente che non funziona. Ci raccontano balle, inaugurano nuove strutture. Ma poi stai quattro ore in attesa di essere visitato».

Una rabbia veicolata non verso i medici «ma verso i politici – dicono gli utenti – I medici, gli infermieri, fanno quello che possono. È la politica che a furia di rubare non fornisce alle strutture i mezzi necessari per non ritrovarsi in queste condizioni per un picco di influenza».
Il malcontento trova toni accesi: «E poi stanno a vantarsi d sanità gratuita – spiegano i pazienti – La verità è che la sanità la paghiamo due volte. Perché se hai necessità di un esame o lo fai privatamente e lo paghi oppure magari aspetti sei mesi».
C’è una parola di cuore per il personale: «Sono tutti gentili – dicono i pazienti in attesa – Lavorano e quasi quasi sono loro a sentirsi in imbarazzo per la situazione e l’attesa».
E non è soltanto il Circolo. «Mia nuora ieri era a Busto Arsizio – spiega Marta – e la scena è stata la stessa». Che fare? «Niente – concludono i pazienti – Non puoi fare niente se non aspettare. Oppure fare la rivoluzione. Ma non solo per la sanità. Ormai non funziona più niente».