Microfiera, suona la sveglia «Senza spazi si trasloca»

Longobardi (Naga) non fa sconti: «Quei 180 metri non bastano». Si cerca un’alternativa. Domani l’incontro decisivo in Comune

– «Ci aspettiamo un’alternativa dal Comune»: , presidente Naga (Negozianti associati Gallarate) va dritto al punto.
Non è sufficiente che l’amministrazione comunale ritenga impossibile intervenire su due piani di palazzo Minoletti per far spazio alle microfiere e alle manifestazioni pensate dai commercianti per rivitalizzare la città con la “scusa” di Expo 2015. Mancano le risorse da parte del Comune per sistemare e rendere agibile piano terra e primo piano dell’edificio, ma ridurre a 180 metri quadrati circa lo spazio per esposizioni ed eventi sarebbe troppo riduttivo.

«Noi stiamo riducendo il nostro progetto – ricorda Longobardi, – e non abbiamo alcuna volontà di metterci in contrapposizione con l’amministrazione comunale. Le nostre sono e vogliono essere soltanto critiche costruttive. Ma il solo piano terra di palazzo Minoletti non basta. Speriamo in un’alternativa da parte del Comune all’incontro in programma lunedì». Altrimenti saranno i commercianti a trovare un’altra location.
La settimana entrante sarà quella decisiva per un eventuale cambio di rotta. Il progetto Naga e Ascom messo sul tavolo,

del resto, è corposo: 22 manifestazioni nelle 22 settimane di utilizzazione di palazzo Minoletti (sui due piani) con 12 microfiere incentrate su sport, gusto, sposi, artigiani, elettronica, musica, giovani imprenditori, danza, Duemilalibri; in aggiunta una decina di situazioni destinate a privati (potrebbe essere uno chef che presenta un certo menù) e due momenti clou dedicati al tempo libero, a partite di burraco e di scacchi ad esempio, mentre il sabato pomeriggio sarebbe pensato per una ludoteca. Diverse iniziative da gestire con le varie associazioni che darebbero una mano all’amministrazione comunale.

«Comprendiamo le difficoltà economiche del Comune, ma la città si sta addormentando – commenta il referente Naga – Noi non vogliamo lamentarci delle tasse da pagare o dei negozi che chiudono. I negozi ci sono e vogliamo che la città si riprenda, che non resti nell’immobilismo».
Non sarà l’Esposizione universale la chiave di volta, piuttosto un’opportunità da sfruttare per iniziare un nuovo corso. «Chiediamo di lavorare tutti insieme per il rilancio del territorio – insiste Longobardi – La parola Expo non è mai stata usata a Gallarate finora. Si stima che il saldo finale del Distretto sarà in attivo con 50 mila passaggi previsti. Ma dobbiamo fare qualcosa per la città al di là di Expo, non solo per quel periodo. Per sempre».
E’ un richiamo alla vita non solo commerciale di Gallarate, vista come una città addormentata dal presidente Longobardi. Domani sera la prova del nove.