Minacce al creditore: condanna a 24 mesi per l’operaio violento

Minacce e danneggiamenti nei confronti del creditore: condannato a due anni e due mesi

– Assolto con formula piena per non aver commesso il fatto dall’accusa di aver appiccato le fiamme all’auto dell’ex datore di lavoro “reo” di non avergli saldato un conto da 700 euro.

La sentenza a carico di , 37 anni di Arcisate, con un precedente specifico alle spalle, è stata pronunciata ieri pomeriggio dal giudice di Varese . «Il mio assistito – spiega il legale difensore di Cara – non nega di aver avuto toni forti nel pretendere il credito che vantava nei confronti dell’imprenditore. Ma ha sempre sostenuto di non avere nulla a che fare con l’incendio dell’auto».

E il giudice ha confermato l’estraneità ai fatti relativi al rogo che nel gennaio 2014 distrusse la vettura di un imprenditore varesino. In seno al processo, tra l’altro, sono emersi altri retroscena. Un collega di Cara, ad esempio, ha testimoniato in aula che entrambi lavoravano in nero. Materia per l’ispettorato del lavoro.
Lo stesso Cara non aveva negato alcune delle contestazioni: «Sì, l’ho minacciato di spaccargli le gambe se non mi avesse pagato. Ma non gli ho mai incendiato l’auto»,

aveva detto. I fatti contestati risalgono al periodo che va dal settembre all’ottobre 2013. Cara voleva il pagamento di 700 euro per alcuni lavori svolti per l’imprenditore. Stando a quanto dichiarato da Cara l’imprenditore, però, nicchiava. Rimandava i pagamenti promessi oppure negava di dovere altro denaro all’operaio. Che lo minaccio, gli danneggiò l’auto rigandogli le portiere e gli rubò delle attrezzature. Tanto da finire in manette con anche l’accusa di estorsione.

La pena comminata ieri dal giudice è tutto sommato contenuta rispetto alle contestazioni iniziali nei confronti dell’imputato. Che quattro anni fa era stato condannato con rito abbreviato a tre anni e sei mesi per un fatto analogo.
Nell’occasioni Cara esercitò la sua singolare idea di recupero crediti a Malnate. Quando si presentò da un creditore, altro imprenditore per il quale aveva eseguito un lavoro non saldato, armato di pistola. L’imprenditore non era in ufficio.
Cara sparò un colpo in aria davanti a una delle impiegate per far capire che non scherzava e che voleva essere pagato (Cara tra l’altro non avrebbe mai chiesto un euro in più del pattuito) e poi, inspiegabilmente, chiese alla dipendente spaventata di togliersi maglietta e reggiseno. Quindi fuggì finendo in manette poco dopo.