Misteri d’autore a Varese E c’è il cadavere nella fontana

Critiche d’autore alla città arrivano dagli scrittori varesini che hanno contribuito a “Pagine di Terra e Territorio”, il libro di parole e fotografie realizzato dall’editore varesino Claudio Benzoni e presentato venerdì sera alla Feltrinelli.

Una raccolta di racconti fatti di ricordi della Varese che fu, ma che con una certa dose di critica cercano di porre uno sguardo al futuro.

Così critica la città giardino nel brano “Più giardino meno città”. Una pungente accusa al declino culturale e sociale di Varese letto attraverso la chiusura di due importanti librerie del centro città Veroni e Pontiggia: «Chi non è cresciuto con i consigli di Veroni o a frugare tra i libri di Pontiggia? Altroche le librerie di oggi. Nel mio racconto c’è anche una critica aperta a tutte quelle attività di vendita di libri standardizzate che hanno portato alla chiusura delle librerie libere. Mi auguro che Varese possa guardare al futuro in positivo resistendo di fronte agli scempi culturali che sempre di più avanzano».

Ne esce un quadro piuttosto negativo, con una Varese vissuta male.

È invece spumeggiante, ironico e divertente il noir raccontato dal giallista varesino. Sebbene un noir di solito abbia poco da far ridere, Franchini con la sua verve sarcastica riesce a coinvolgere e divertire pur affermando pungenti verità.

Racconta la rocambolesca nascita del suo brano, “Ogni cosa al suo posto”, ambientato proprio nel pieno del salotto buono cittadino. «Sono molto pigro e non avevo voglia di fare la fatica di pensare a un racconto nuovo. Poi un giorno per caso ero seduto di notte in piazza Beccaria, su quelle morbide e comode panchine di pietra e vicino a quel bellissimo monumento… (ironizza sornione, nda)».

«Due signore si fermano a parlare vicino a me, una ha con sé il cane. La proprietaria del cane comincia a lamentarsi di Varese dicendo che è sporca, che sotto casa sua la mattina trova la pipì contro i muri, che le luci non funzionano, che le scritte sui muri si moltiplicano, e proprio mentre si lamenta il suo cane fa quello che fanno i cani… avrei voluto dirle qualcosa, visto il suo criticare tutti, ma mi sono trattenuto».

Da lì però è nato il pensiero per il suo racconto: e se una donna morisse di notte nella fontana di piazza Monte Grappa qualcuno se ne accorgerebbe?

«La signora che avevo in mente era proprio quella del cane che essendo protagonista di un noir potete immaginare che fine abbia fatto. Ma la cosa più bella è stata che chi ha letto il racconto mi ha ripreso per la fine che avevo fatto fare al cane…».

© riproduzione riservata