Noi “controllori” sui bus E chi fa il furbo c’è sempre

Polizia locale accanto agli operatori di Autolinee contro i portoghesi. Abbiamo voluto verificare. E in media, ne abbiamo trovati 2 a corsa

Mediamente, su ogni pullman, viaggiano due persone senza biglietto.
La stima proviene dagli habitué del servizio pubblico urbano ed extraurbano all’indomani della commissione sicurezza, quando il comandante della polizia ha dichiarato: «I controllori ci chiamano per aiutarli nell’identificazione dei passeggeri sprovvisti di biglietto».
«Non capita mai che i controllori non trovino almeno una persona sul bus sprovvista di titolo di viaggio» dicono i passeggeri.
Il problema è sentito a tutti i livelli. Sia da parte di Autolinee Varesine,

che si è impegnata a fornire a breve qualche dato sulle sanzioni e sul numero di abbonamenti rinnovati quest’anno, nonché sui diversi problemi che i conducenti si ritrovano a fronteggiare.
Sia da parte degli utenti: perché chi paga si sente preso in giro da chi viaggia gratis.
«Il biglietto lo pagano in pochi e non è giusto – afferma , che viene dal Salvador – Io vorrei più controlli perché le regole devono essere uguali per tutti».

Secondo un altro utente, , originario del Kosovo, sono gli stessi conducenti che ogni tanto chiudono un occhio. Ma per bontà: «Non è la prassi – racconta – Ma i conducenti finiscono per conoscere la storia dei passeggeri e ogni tanto, quando sanno che ci sono difficoltà economiche, dicono “va beh, sali senza biglietto”».
Giusto o sbagliato? Non sta a noi dirlo. Ma stupisce il “pugno di ferro” che si applica in altre circostanze. «Io ero convinto di aver comprato un biglietto per Gavirate, ma era per Gallarate. Con quel biglietto sono salito sul bus, prendendomi una multa di 25 euro – racconta Damien, studente del liceo artistico, mostrando il foglietto rosa che tiene ancora nel portafoglio – E dire che il biglietto che avevo in mano costava di più di quello che avrei dovuto pagare. Morale: ho speso quattro euro per andare da Varese a Gavirate e mi sono preso anche la multa».
I passeggeri segnalano anche le difficoltà legate all’utilizzo della macchinetta che fa i biglietti sul bus. «A volte non funziona, altre volte non dà il resto, ma i guasti non sono segnalati così va a finire che si perdono i soldi» commenta .

Gli utenti, in compenso, hanno dimostrato di essere abbastanza tolleranti per i ritardi. L’attesa alla fermata può aumentare se le strade sono molto trafficate, ma la cosa non costituisce il primo dei problemi.
«Io non guardo l’orologio, vado alla fermata e quando passa il bus lo prendo» racconta , che abita a Masnago. Elena, una studentessa, aggiunge: «Io non mi lamento, tranne che per il costo dell’abbonamento. Io e mia sorella paghiamo 192 euro a testa. Una bella cifra per una famiglia». compara il funzionamento dei bus di Varese con quelli di Roma: «Non c’è paragone, chi si lamenta di Varese dovrebbe andare a vedere cosa succede in altre parti di Italia, come per esempio nella Capitale».
Resta comunque qualcosa da rivedere nel servizio. Una mamma dice: «È assurdo chiedere di salire con il passeggino piegato. Io ho tre figli piccoli, come faccio a tenerli per mano, prendere il più piccolo in braccio e nello stesso tempo caricare sul bus il passeggino?».
Altre persone lamentano di dover stare spesso in piedi e di rischiare di cadere quando l’autobus prende le curve.
Senza contare chi vorrebbe almeno qualche panchina in corso Moro, perché per gli anziani – che sono una buona fetta degli utenti – può essere faticoso sostare in piedi all’aperto.