Non difende le figlie dall’orco E la mamma viene condannata

L’amante pedofilo abusa di tutte e quattro le sue figlie: lei sa e tace. Madre orca condannata a quattro anni di carcere. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero a carico della donna, è di concorso omissivo in abuso sessuale su minore.

Nel 2008 il pubblico ministero aveva ottenuto una condanna a otto anni e sei mesi per l’anziano pedofilo varesino (che oggi ha 71 anni). Ieri è toccato alla madre delle ragazze, cinquantenne brasiliana sposata a un esercente di Varese, padre completamente assente in seno alla vicenda.

Sette anni da incubo

Una vicenda dai contorni amarissimi che alla fine vede una ragazzina di soli 14 anni (reduce da una gravidanza poi abortita) alzare la testa e raccontare tutto alla psicologa della scuola.

È la maggiore di quattro figlie a parlare, a volersi liberare dello schifo. E lo fa principalmente per una ragione: difendere le sorelline.

I fatti contestati hanno un arco di sette anni: gli abusi proseguono ininterrottamente dal 1995 al 2002. Il settantunenne abusa di loro quando hanno tutte meno di 14 anni; in un caso la bimba presa di mira aveva meno di dieci anni. Per spiegare l’accaduto occorre inquadrare il contesto familiare che ha condotto agli abusi prima e alla condanna della madre orca poi.

Una madre che, come confermato da carabinieri e polizia, si prostituiva in casa. Non solo: spesso ospitava anche delle “colleghe” nel trilocale dove viveva con le figlie.

Il pedofilo era un vicino di casa. Inizia come cliente abituale della brasiliana, poi diventa un amico intimo, quindi si trasforma in una sorta di compagno che trascorre con la famiglia anche le vacanze di Natale.

Ad attirare l’uomo, è evidente, sono le ragazzine. Che, come testimoniato dalle quattro sorelle, vengono a turno palpeggiate, violate nelle parti intime.

Costrette a compiere atti sessuali contro la loro volontà. A scuole le insegnanti si accorgono di qualcosa. Una delle bimbe è solita invitare a casa i compagni per fare sesso. C’è una segnalazione ai Servizi Sociali. Poi c’è la confessione della maggiore. Parte la denuncia e partono le indagini. A processo il pedofilo non cerca nemmeno di fornire una versione alternativa ai fatti di cui le quattro ragazze, coerenti e credibili, lo accusano in aula. E dal processo emerge anche il ruolo della madre.

Che sapeva, addirittura in almeno un’occasione ha anche assistito a un abuso sessuale commesso dall’anziano su una delle ragazzine, senza fare nulla. Anzi, continuava ad affidare le bambine a quell’amante, le lasciava spesso e volentieri sole con lui se aveva delle commissioni da fare.

«Le ho viste scappare urlando»

Le mandava a casa dell’uomo a potargli la spesa. Una testimone, “collega” della madre, ha spiegato: «Ha visto una delle bambine scappare in camera urlando dopo essere stata toccata da quell’uomo. Non si è mossa. Non si è alzata, non ha raggiunto la figlia. Non ha detto niente».

E il pedofilo avrebbe commentato: «Va bene così. La loro madre è già una poco di buono. Le ragazze faranno la stessa fine». E invece no. La più grande e forte di queste ragazzine ha alzato la testa. Ha parlato e difeso la sua famiglia; quelle sorelle che come lei ancora oggi portano i segni del trauma subito. Ha fatto le veci di quella madre che è invece stata condannata a quattro anni di carcere.n

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